Montréal, la Ferrari sciupa il podio. Analisi e giustificazioni
lunedì 11 giugno 2012 · Gran Premi
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E dire che Pat Fry prima del via l’aveva anticipato: “Il degrado dei pneumatici è sconosciuto perché le prove si sono svolte in condizioni diverse”. Alle gomme morbide, la Ferrari nel Gran Premio del Canada chiede uno stint di 51 giri che non paga. Alonso si giustifica: “L’abbiamo fatto perché abbiamo provato a vincere la corsa”.
L’opzione a zero rischi è quella della sosta doppia. Il muretto però si fa tentare dalla prospettiva di farcela con un cambio in meno. A due terzi di gara Alonso è secondo, tra Hamilton e Vettel. La McLaren si ferma, Nando e Seb continuano.
È un azzardo che Alonso nell’intervista a RaiSport motiva così: “Restando fuori c’era una chance di vittoria. Se entravamo pure noi come Hamilton, a quel punto lasciavamo vincere Vettel se lui non si fermava. Era una condizione di 50 e 50. Ma c’è il fatto che un pit-stop è sempre un rischio, perché poi devi sorpassare chi ti trovi davanti”.
La permanenza in pista però nemmeno è una garanzia, perché prolunga la sollecitazione termica sulle gomme: “Ma in quel momento – va avanti Alonso – i pneumatici ancora tenevano. Il crollo è stato inaspettato”.
Pirelli nel comunicato post gara conferma che “l’usura è andata oltre il livello che qualcuno si aspettava”. Il crollo infatti lo subisce anche Vettel. Ma a differenza della Ferrari, lui a 6 giri dalla fine reagisce, mette le extra morbide mentre il ritmo precipita vertiginosamente, recupera il tempo della sosta, si riporta su Alonso, lo supera e arriva ai piedi del podio. Fa pure una strisciata sul muretto in uscita dall’ultima chicane.
La Ferrari a posteriori su Twitter analizza così: “Il podio non era possibile. Se pure Alonso si fosse fermato quando l’ha fatto Vettel, al massimo sarebbe arrivato quarto”.
Stefano Domenicali rimarca: “Di com’è andata la corsa non possiamo essere contenti. Invece ci dà motivazione la condizione della macchina”. È la politica del miglioramento continuo. La Ferrari dalla gara di Barcellona si è rimessa sul treno dello sviluppo tecnico. A Montréal in particolare portava l’evoluzione degli scarichi e dopo le qualifiche Domenicali già faceva notare: “Su questa pista vengono esaltati quelli che finora erano i nostri punti più deboli, vale a dire la trazione e la velocità di punta. E noi abbiamo lottato per la pole. Questo è il dato più importante”.