La legge del più forte, la legge del più furbo: la legge di Ross Brawn

martedì 5 giugno 2012 · Regolamenti
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La protesta partiva in forma congiunta da Ferrari, McLaren e Mercedes, ma dietro la precisazione della FIA che boccia il pattino della Red Bull e obbliga Adrian Newey a modificare la RB8 per il Canada, fondamentalmente c’è l’acume tecnico e politico di Ross Brawn.

La storia della Formula 1 insegna che le irregolarità non basta segnalarle: bisogna costruirci intorno un impianto accusatorio che la difesa non può smantellare. È un campo in cui Brawn storicamente non ha avversari.

Il bando del berillio alla fine degli anni Novanta per ostacolare lo sviluppo dei motori Mercedes; il limite sulla profondità residua delle scanalature dei pneumatici nel 2003 per intralciare Michelin; la revisione del giudizio della FIA sui mass-damper nel 2006 per frenare la Renault. Sono successi tutti suoi.

Vince pure quando alla sbarra c’è lui: esce innocente dal processo contro gli estrattori doppi nel 2009; si fa approvare il sistema f-duct integrato al DRS sull’ultima Mercedes.

Le zone grigie dove s’infila Ross the Boss sono sempre quelle giuste. E se c’è un’area in cui si sente scoperto, allora la fa regolamentare: nel 2010 si mette di traverso quando le squadre votano il raddoppio della carica del kers; un anno dopo suggerisce le percentuali della distribuzione dei pesi per bloccare un parametro critico. La legge del più forte furbo è la legge di Ross Brawn.

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