Gran Premio del Canada 2012, qualifiche
sabato 9 giugno 2012 · Roundup
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Il migliore in assoluto, nelle libere della mattina e poi in tutte le manche di qualifica. Sebastian Vettel in Canada conquista la pole numero 32 e uguaglia Nigel Mansell. Poi c’è Hamilton che dice: “L’aumento delle temperature ci ha preso in contropiede”. Quindi Alonso e Webber, mentre Maldonado si gira all’ultima chicane e rompe la sospensione contro il muretto dei campioni.
Ripescati. La Ferrari è tornata a montare gli scarichi laterali che aveva abbandonato per via del surriscaldamento della scocca e dei pneumatici posteriori. I terminali di sbocco sono quelli che hanno superato con successo i test del Mugello all’inizio di maggio e riprendono il concetto che ha fatto scuola sulla Sauber.
A testa alta. La Red Bull assicura che la precisazione della FIA in merito all’irregolarità del fondo piatto non li danneggia. Almeno per il Canada: “Tanto – dice Helmut Marko – avevamo comunque deciso che qui non l’avremmo usato”. La pole di Vettel ha chiuso le polemiche.
Tuttavia… La FIA ha obbligato la Red Bull a sigillare anche i fori sui portamozzi anteriori. Secondo il team sono finalizzati al raffreddamento dell’impianto frenante; secondo i giudici hanno una funzione aerodinamica e quindi sono fuorilegge. La Red Bull li stava usando dall’inizio dell’anno.
$oldi. Secondo Business Book GP 2012, Alonso prende 30 milioni di euro all’anno, cioè quanto i due della McLaren messi insieme. Il Grillo Rampante da Maranello sul sito della Ferrari risponde che sono “sciocchezze sesquipedali, le ennesime, che dimostrano una volta di più come ci sia un grande desiderio nei compilatori di queste classifiche, che poi spesso si autocitano a seconda di dove scrivono, di mettere sempre la Ferrari in prima posizione quando si tratta di spese, sia in materia di piloti che di budget”.
Passaguai. Peter Sauber a Melbourne era scivolato all’ingresso del paddock e si era ferito al braccio. A Montréal ha dato una capocciata contro il portabagagli della macchina e si è procurato un taglio di quattro centimetri.
Furto d’identità. Dall’inizio dell’anno Charlie Whiting è su Twitter. Ma non è lui. Dietro il falso profilo c’è Mark McArdle che commenta in tono ironico tutto quello che succede nel paddock. Whiting, quello vero, dice: “Non mi mette in cattiva luce. Anzi, mi diverte”. Al punto che l’ha invitato nel paddock a Montréal.