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Chris Horner, da pilota a manager: “Non avevo talento per guidare”
martedì 3 aprile 2012 · Amarcord
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In una vita passata era un pilota. Mediocre. È un personaggio vincente adesso che fa il team manager alla Red Bull. Chris Horner su F1 Racing Magazine ammette: “Non ho mai avuto il talento per passare in Formula 1. Mi trovo molto meglio adesso rispetto a quando stavo dietro il volante”.
Horner si forma sui kart, poi vince una borsa di studio per mettersi alla prova in Formula Renault nel 1992 con la Manor. Quell’anno è il miglior debuttante della categoria. Corre anche nella Formula 3 inglese, in Formula 2 e in Formula 3000, la GP2 di oggi.
Finché: “A 24 anni ho avuto il coraggio di dire a me stesso che non ero abbastanza bravo come gli altri contro cui gareggiavo, gente come Juan Pablo Montoya, Tom Kristensen e Nick Heidfeld”.
All’epoca non ha nemmeno il budget per sopperire al talento. Quindi si ferma: “Ho imparato tanto nel mondo dei motori e poi l’ho applicato in un’altra disciplina, nella gestione di un team”. Prima alla Arden in GP2, poi alla corte di Dietrich Mateschitz in Formula 1.
E se oggi provasse la Red Bull che ha vinto il mondiale? “Sarei più lento al massimo di dieci secondi rispetto a un record, ma fisicamente non durerei più di dieci giri”.
Il miglior risultato della carriera lo ottiene nel 1997 in Formula 3000 a Jerez de la Frontera, nel week-end in cui Schumacher si schianta addosso a Villeneuve e perde il campionato. Horner arriva sesto, dieci posti più in alto rispetto al suo piazzamento medio. Però riconosce: “Ci fu un incidente che eliminò un bel po’ di macchine. La categoria all’epoca era competitiva, quindi per me fu un buon risultato. Ma solo perché alla fine della gara io ero ancora là e gli altri no”.