Ferrari ko in camera di consiglio a Ginevra: bocciata la vendita dei telai
lunedì 7 novembre 2011 · Politica
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Era un passaggio cruciale nella trattativa di allestimento del nuovo Patto della Concordia: le squadre a Ginevra giovedì pomeriggio dovevano discutere il nodo della terza macchina e della vendita dei telai, una proposta che puntualmente la Ferrari ogni anno tira fuori dal cassetto perché se passa la norma Maranello ha il mercato garantito, se non altro per motivi d’immagine.
Un anno fa Montezemolo di fronte alla stampa faceva lo spaccone: “O passa la regola o ci mettiamo di traverso”. Come se la Ferrari avesse ancora l’autorità e lo spessore dei tempi che furono. Il summit di Ginevra conferma che la rossa ormai il peso politico l’ha perso, perché in camera di consiglio incassa il ko: niente terza macchina e nemmeno compravendita dei progetti.
Perché la commissione va pure a riparare una delle ambiguità più clamorose del regolamento sportivo: l’accezione del ruolo di costruttore. Oggi ci sono delle aree in cui agli ingegneri è concesso di recuperare gli stessi progetti di altre squadre.
Force India per esempio ha un rapporto strettissimo con la McLaren, una relazione che Vijay Mallya a febbraio già aveva ammesso fosse “una delle più produttive sulla griglia”; ma c’è scambio di dati anche da Red Bull a favore di Toro Rosso.
I nuovi accordi fissano invece più di una restrizione sulle collaborazioni tecniche. E secondo Gian Carlo Minardi è giusto così: “Con Flavio Briatore facemmo dei conti per valutare le sinergie tecniche che potevano arrivare dalla Benetton. Già allora avevamo visto che non era una strada percorribile per questione di budget e costi di gestione”.
A Ginevra sul tappeto c’era anche la ridefinizione delle denominazioni dei team. Approvate tutte le richieste: Renault diventa Lotus, la Lotus di Fernandes diventa Caterham, Virgin diventa Marussia. Anche questo era un punto su cui la Ferrari faceva ostruzione. Anche questo è un punto su cui non s’è potuta imporre.