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Sebastian Vettel, uomo o leggenda? A 24 anni, mai nessuno come lui

lunedì 10 ottobre 2011 · Amarcord
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Due Mondiali a ventiquattro anni non li aveva mai conquistati nessuno. C’è riuscito Vettel e li ha conquistati di fila. Fanno record pure gli altri numeri: 19 vittorie, 33 piazzamenti a podio, 27 pole, 705 punti nell’arco di 77 corse.

Il segreto non c’è: “Sebastian – racconta Adrian Newey – si guarda in giro, apprende, fa degli errori come tutti, ma non ripete mai due volte lo stesso errore. È giovane, ma pensa molto. È incredibilmente maturo, ha appreso tantissimo in pochi anni di Formula 1”.

Quattro stagioni complete in tutto, l’esordio nel 2007 a Indianapolis a metà campionato, in prestito alla BMW dopo l’incidente di Kubica. Da Budapest in poi titolare alla Toro Rosso. Tempo un anno e Seb il 14 settembre 2008 incanta a Monza: scatta dalla pole position e vince il suo primo Gran Premio. Il destino è già segnato: nel 2009 Mateschitz lo vuole sulla Red Bull.

Che però esplode troppo tardi, quando nelle classifiche Button e la Brawn hanno un margine già troppo consistente. Vettel comunque a fine anno è vice campione. Promette: “L’anno prossimo ci divertiamo”.

Invece nel 2010 si diverte a corrente alterna, perché tra sbagli suoi e guasti della macchina a due gare dalla fine è quarto in graduatoria, alle spalle di Alonso, di Webber e di Hamilton. Poi succede quello che i book-makers non possono prevedere: una combinazione di risultati favorevoli che proiettano Seb sul tetto del mondo.

Lui la vetta della classifica non la molla più: nel 2011 vince subito la gara d’apertura a Melbourne, infila una serie strepitosa di successi e piazzamenti a podio. E fa il bis iridato con quattro corse d’anticipo.

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