Spese folli: Red Bull continua a violare il tetto di spesa. E la FOTA è a un bivio
lunedì 24 ottobre 2011 · Politica
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Adesso per la FOTA arriva la prova più dura. Stefano Domenicali lancia l’allarme: “Bisogna capire come vogliamo andare avanti”. Perché se l’associazione delle squadre regge l’urto sulla ridefinizione del patto delle risorse, allora passa agli altri punti: “Altrimenti, se non troviamo un accordo interno, la FOTA non ha motivo d’esistere”.
Il patto RRA doveva servire a stabilire un criterio condiviso per ridurre i budget nell’ottica della sopravvivenza economica. Oliver Weingarten, il segretario generale della FOTA, su F1WEB già ha ribadito che la struttura “permette ai team di portare avanti un obiettivo comune”. Solo che la crisi oggi viene percepita in misura diversa da squadra a squadra.
Ross Brawn in Corea diceva alla Reuters: “Col patto RRA siamo a un crocevia perché per come la vedo io comincia a pesare per tre o quattro squadre che devono gestire le risorse per rispettarlo. Poi ce ne stanno sette o otto per le quali il patto non significa niente perché loro stanno sempre sotto il limite”. Cioè campano sempre con l’essenziale.
Ha suscitato malumore l’annuncio di 40 nuove assunzioni da parte della Mercedes. Che però era sotto organico dai tempi della Brawn e in pratica nel 2012 si mette in linea coi numeri degli altri. Il caso principale resta quello della Red Bull che nel 2010 non ha rispettato il tetto di spesa e che nel 2011 continua a sgarrare.
“A Monza – segnalava Ross Brawn – hanno portato tre set di alettoni, cofani motore e fondi piatti che costano 800 mila euro in produzione, più le spese per la galleria del vento. Per noi sarebbe impossibile spendere così tanto per una corsa sola”. Anche perché il pacchetto aerodinamico per il Gran Premio d’Italia è così estremo che non può essere riciclato sulle altre piste.
Red Bull non bada a spese e lo confermano anche gli episodi di contorno. Per esempio la spedizione notturna che Chris Horner ha organizzato da Suzuka tra venerdì e sabato perché Vettel aveva bisogno di una copia dell’alettone nuovo dopo l’incidente delle prove libere: dalla sede di Milton Keynes il team ha fatto portare il profilo a Heathrow, l’ha imbarcato su un volo per Nagoya e lì l’ha recuperato in elicottero per recapitarlo in autodromo trenta minuti prima delle qualifiche. Numeri da circo. Pure quelli costano. Aveva ragione Eddie Jordan: “In Formula 1 vale una regola sola. Più spendi e più vai veloce”.