PHOTO CREDIT · Scuderia Ferrari

Melbourne, la Ferrari si sgonfia subito: perché Leclerc e Hamilton non erano competitivi in Australia?

domenica 16 marzo 2025 · Gran Premi
tempo di lettura: 2 minuti

C’è un momento, nell’evoluzione agitata e spettacolare del Gran Premio d’Australia, in cui le Ferrari transitano clamorosamente al comando: succede sotto la pioggia a tre quarti di gara, quando il muretto decide che Hamilton e Leclerc devono restare in pista su gomme d’asciutto mentre gli altri vanno a cambiarle. “Un errore”, concede Hamilton.

Già, ma da quell’errore poteva derivare un jolly impensato, perché se la direzione gara avesse dato bandiera rossa anziché safety car per gli incidenti di Lawson e Bortoleto, la Ferrari avrebbe fatto il pit stop gratis e Melbourne avrebbe raccontato un’altra storia. Piacevole per l’italico tifo, comunque non rappresentativa delle forze in campo.

Al di là delle congetture, i test del Bahrain già svelavano che la SF-25 non fosse in formissima: “Andiamo a Melbourne con tanti punti interrogativi”, diceva Leclerc. Che adesso ribadisce: “Abbiamo tanto lavoro da fare, ci aspettavamo un passo diverso”.

C’è una voce di corridoio secondo cui la Ferrari dopo le prove libere abbia modificato gli assetti sollevando l’auto perché l’usura del fondo stava raggiungendo livelli da squalifica e si rischiava la frittata di Austin 2023. Tant’è che le rosse venerdì sparavano parecchie scintille negli urti sull’asfalto, sabato molto meno. In più, pesa il fatto che Pirelli dopo i riscontri delle prove abbia imposto – a tutti – di aumentare di 1 psi la pressione delle anteriori, per precauzione.

A quel punto, la Ferrari ha perso i riferimenti e non li ha più recuperati. Questo spiegherebbe il crollo delle qualifiche e le parole di Hamilton, che citava il surriscaldamento dei pneumatici: “Troviamo una certa difficoltà a capire come le modifiche di assetto impattano sull’auto. Più spingevamo, più l’auto era incostante”.

E nel suo caso pesa sempre – ancora, più del previsto – il lavoro extra di acclimatamento nel trasferimento alla Ferrari dopo dodici anni alla Mercedes: “È un po’ di tutto, il modo in cui lavorano gli ingegneri, il modo in cui si fanno le strategie, la terminologia, l’approccio all’analisi dei dati. Tutti gli strumenti sono diversi, è come parlare un’altra lingua, quindi mi richiede tempo”. Per cui via radio il box continuava a dargli istruzioni a ripetizione, finché lui ha chiesto di smetterla. Come avrebbe fatto un Raikkonen qualsiasi.

Ferrari, Hamilton, Leclerc, Melbourne, Pirelli,