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Regole, qualifiche, squadre e circuiti: com’è cambiata la Formula 1 negli ultimi vent’anni?
martedì 28 gennaio 2025 · Amarcord
tempo di lettura: 3 minuti
Quali erano i piloti, quali erano le squadre, con quali regole si correva e cosa dicevano le statistiche. Ecco com’è cambiata (e tanto) la Formula 1 in vent’anni.
Le qualifiche. Nel 2005 si giocano su due turni, per somma di tempi e su giro secco, uno sabato pomeriggio e l’altro domenica mattina, quando si imbarca già la benzina per il primo stint di gara; ma è un format che dura pochissimo, dopo sei corse si stabilisce di eliminare la prova della domenica. Oggi la griglia di partenza si decide su tre segmenti di qualifica a eliminazione.
I motori. Il 2005 è l’ultimo anno dei V10 aspirati, ogni unità deve durare due weekend. Dal 2014 invece si corre con la sovralimentazione turbo, quattro cilindri in meno e sistemi di recupero di energia.
I pneumatici. Scanalati nel 2005, su cerchi da 13 pollici; ne è consentito un solo treno per qualifiche e corsa; i fornitori sono Bridgestone e Michelin. Dal 2011 invece c’è solo Pirelli, le gomme sono già slick dal 2009, vengono allargate nell’impronta nel 2017 e portate a cerchi da 18 pollici dal 2022; e in gara vanno usate almeno due mescole fra quelle suggerite.
L’aerodinamica. Sofisticatissima nel 2005, fra alette e bandelle; attraversa almeno tre grosse rivoluzioni, quella del 2009, quella del 2017 e quella del 2022 che autorizza nuovamente l’effetto suolo.
Le squadre. A vent’anni di distanza, le sopravvissute sono Ferrari, Williams, McLaren, Sauber e Red Bull che debutta proprio quell’anno. Le altre si perdono… o si trasformano: la Bar diventa prima Honda, poi Brawn e poi Mercedes dal 2010; la Renault affronta una parentesi come Lotus e dal 2021 è Alpine; la Jordan si evolve in Midland, Spyker, Force India, Racing Point e infine Aston Martin; la Minardi viene venduta alla Red Bull che ne fa prima la Toro Rosso, poi l’Alpha Tauri e la Racing Bulls; la Toyota fallisce. E dal nulla arriva l’Haas nel 2016.
I piloti. Tutti gli iscritti del 2005 non sono più in attività o comunque corrono altrove. Tutti, meno uno: quell’highlander che risponde al nome di Fernando Alonso e nel 2025 prende il via della sua ventiduesima stagione di Gran Premi.
La squadra da battere. A giudicare da com’è andato il campionato precedente, sulla carta è la Ferrari la squadra da battere nel 2005. Invece, dalla prima gara è evidente che il cavallino quell’anno non è della partita: i titoli se li giocano Renault e McLaren con Alonso e Raikkonen.
Il calendario. Sono 19 i weekend di gara nel 2005, è record per l’epoca; sono 24 oggi, 6 dei quali prevedono anche le gare sprint, per cui la distanza totale da coprire è salita del 36% circa. Sono uscite Sepang, Nurburgring, Indianapolis, Magny Cours, Hockenheim e Instanbul; sono entrate – o rientrate – Gedda, Miami, Spielberg, Zandvoort, Baku, Singapore, Austin, Città del Messico, Las Vegas, Losail e Abu Dhabi. E il baricentro geopolitico non è più in Europa: 15 tappe su 24 sono fuori dal vecchio continente.
I record. Michael Schumacher nel 2005 è il pilota che ha vinto più gare e più titoli, nessuno ha i suoi numeri. Oggi in fatto di corone iridate condivide il tetto del mondo con Hamilton. Che nella graduatoria delle vittorie lo batte 105 a 91.
La comunicazione. I social network ancora non hanno preso piede, Facebook ha un anno di vita, Instagram e Twitter ancora non esistono. Così, l’informazione sul web corre principalmente sui siti ufficiali delle squadre… ma quello della Ferrari si chiama ancora ferrariworld.com.
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