Q1, Q2, Q3: come sono oggi le qualifiche della Formula 1 (e come sono state in passato)?

lunedì 6 gennaio 2025 · Regolamenti
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Sembra assurdo, ma all’epoca in cui le prove avevano il solo scopo di mettere a punto le auto, le posizioni sullo schieramento di partenza si sono anche assegnate per sorteggio, come nel primo Gran Premio di Monaco, nel 1929, dove la pole position toccò a Philippe Etancelin su una Bugatti.

Solo dal 1933 il diritto alla pole spetta al più veloce nelle sessioni appositamente destinate a stabilire l’ordine di partenza per la gara. Appunto, le prove di qualifica. Che negli anni sono state più volte rimaneggiate soprattutto in funzione dello spettacolo.

Fino al 1996, suddivise in due parti di un’ora ciascuna, una al venerdì e una al sabato, in cui ogni auto dispone di 12 giri, inclusi quelli di lancio e rientro; fino al 2002, non più al venerdì, ma solo al sabato in sessione unica; fino al 2005 su giro secco, un’auto alla volta, con ordine di uscita stabilito in prove precedenti.

Arrivano invece dal 2006 le qualifiche articolate in tre manche – Q1, Q2 e Q3 – con numero libero di giri e, soprattutto, con eliminazione delle auto più lente alla fine di ogni turno. È un formato che funziona e resiste, comunque non perfetto perché può sempre capitare un imprevisto che sporchi la sessione bruciando il tentativo a qualcuno; anche perché c’è il sospetto che qualche volta l’imprevisto non sia stato fortuito.

A ogni modo, c’è pure stata una parentesi brevissima, all’inizio del 2016, per una variante knock-out, con eliminazioni via via anziché alla fine del blocco, una ogni 90 secondi trascorso un intervallo di assestamento, fino a lasciare in pista solamente due macchine nel testa a testa per la pole. Praticamente come nel gioco delle sedie, dove la musica s’interrompe e chi resta in piedi viene eliminato. Non funzionò, era pure complesso da gestire televisivamente, venne cestinato dopo due corse.

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