
Gli incidenti, la prima vittoria e infine il declino: ecco cosa ci ricorderemo di Sergio Perez
sabato 21 dicembre 2024 · Amarcord
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Esce dalla Red Bull e probabilmente anche dalla Formula 1, perché tutte le caselle sono assegnate e non c’è margine di rientrare se non come riserva, ammesso che lo voglia davvero. Dopo 14 stagioni di cui 4 alla Red Bull, ecco cosa resta – nel bene e nel male – del passaggio di Sergio Perez.
Il primo botto. Nel 2011, al primo anno di Formula 1, alla chicane del porto a Monte Carlo durante le qualifiche: perde il controllo all’uscita del tunnel e sbatte sulla barriera a coltello in mezzo alla carreggiata. Gli restano un tremendo mal di testa e una coscia slogata, non corre né quella gara, né quella dopo.
Il gomblotto. A Sepang nel 2012 sfiora una vittoria clamorosa con la Sauber sul bagnato, ma arriva largo mentre cerca di andare a prendere Alonso. E il paddock – che ha sempre la sindrome della dietrologia – mormora sia un trucco per non disturbare la Ferrari, che all’epoca lo tiene nel vivaio.
Nel club dei big. In rimonta dal fondo dopo una mazzolata che ha preso al via da Leclerc, conquista la prima vittoria della carriera a Sakhir nel 2020, nella gara sul tracciato corto. Si riscatta quando ormai Racing Point l’ha già escluso, ma si guadagna la chiamata alla Red Bull che per la prima volta pesca fuori dal vivaio.
Daje e ridaje. E quella prima vittoria arriva alla partenza numero 190 della carriera: nessuno ha aspettato di più. Anche a Gedda nel 2022, quando fa la prima pole dopo 216 tentativi, fissa un altro record perché è il pilota che ci ha messo più tempo.
Il rifiuto. Nel 2022 a Interlagos, il muretto della Red Bull chiede a Verstappen di lasciargli il sesto posto per aiutarlo nel mondiale, ma lui non sente ragioni: “Ho detto di no e c’è un motivo, non chiedetemelo più”. E Perez replica: “Ha fatto vedere chi è davvero”. Corre voce che la ragione sia da cercare nella qualifica di Monte Carlo, dove Perez blocca la pista con un testacoda all’ingresso del tunnel, congelando la classifica per restare davanti a Verstappen, guadagnando quel bonus che poi effettivamente domenica gli agevola la vittoria.
Il declino. Nel 2023 si classifica 290 punti dietro a Verstappen, vince solo due volte contro diciannove: “Sa dove migliorare. Ci rifletta questo inverno”, l’avvertimento di Horner. Ma non trova la via d’uscita: chiude ottavo in campionato, è il peggiore nei top team, e viene messo alla porta in favore di Lawson sebbene abbia in mano un rinnovo fino a tutto il 2026.
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