Finisce il tempo di Perez alla Red Bull, comincia quello di Lawson mentre Tsunoda resta all’angolo
venerdì 20 dicembre 2024 · Mercato
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Era in programma dopo il Gran Premio di Abu Dhabi un cda cruciale alla Red Bull per stabilire il destino di Perez che in quattro anni di convivenza con Verstappen perde il confronto su tutte le voci: quattro mondiali a zero, 53 vittorie contro 5, ma anche 70 podi contro 29, come pure 37 pole contro 3 e, soprattutto, 1861.5 punti contro 932, praticamente quasi la metà.
È troppo sfavorevole il bilancio, segnatamente nel 2024, tant’è che Horner anticipava la necessità di una scelta drastica:
Alla fine, abbiamo vinto nove gare, siamo la squadra che ha fatto più pole e ci siamo aggiudicati il campionato piloti a due gare dalla fine. Tuttavia, c’è stato un deficit di 280 punti fra i nostri piloti, e questo è stato decisivo per il campionato costruttori.
Insomma, a Milton Keynes non tornavano i conti, di qui la decisione di una separazione, rompendo quel contratto che a giugno era stato esteso per coprire ’25 e ’26. Oggi Perez esce dalla Red Bull e probabilmente anche dalla Formula 1, perché tutte le caselle sono assegnate e non c’è margine di rientrare se non come riserva, ammesso che lo voglia davvero. Nel frattempo, secondo le stime di Motorsport Network, perde anche 200 mila follower in un solo giorno su Instagram. Ma guadagna, pare, una buonuscita vertiginosa da 16 milioni di dollari.
Fuori lui, dentro Lawson che già sentiva odore di promozione e si permetteva la smargiassata di fargli il dito medio al Gran Premio in Messico: classe 2002, ex secondo di Ricciardo, arriva a fianco di Verstappen dopo appena 11 gare, una in meno di quante ne aveva fatte Albon prima di passare pure lui da Faenza alla squadra maggiore.
Qui si apre un’altra riflessione, su Tsunoda che invece resta in RB sebbene abbia quattro anni di esperienza, sia oggettivamente più maturo e abbia battuto Lawson 6 a 0 in qualifica, prendendo il doppio dei suoi punti – 8 contro 4 – nell’arco di tempo in cui hanno condiviso il box dopo la cacciata di Ricciardo.
La spunta Lawson, forse perché ha un tetto potenzialmente più alto di Tsunoda. O forse perché in Racing Bulls bisogna tenere comunque un riferimento d’esperienza. O magari solo perché, al solito, non tutte le scelte della Red Bull seguono le logiche convenzionali.