Dodici anni e sei titoli insieme, ma qual è stata la vittoria più bella di Hamilton con la Mercedes?
mercoledì 11 dicembre 2024 · Amarcord
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Senna nel 1993 all’ultima gara con la McLaren evitava gli sguardi dei meccanici per non cedere alle emozioni, qualcosa di simile deve averlo provato anche Hamilton ad Abu Dhabi, all’ultima con la Mercedes prima del trasferimento alla Ferrari: “Mi mancheranno, non so dirvi quanto mi mancheranno”. Si chiude un’epoca che è durata dodici anni e gli ha portato sei titoli mondiali e 84 vittorie. Difficile stabilire quale sia la più bella o la più importante, ma se c’è, è fra queste.
Monte Carlo 2019. Ingaggia un ruota a ruota finale con Verstappen alla chicane del porto e conduce al traguardo, solo lui sa come, un’auto su gomme logore girando sui tempi di una serie minore: l’errore lo fa il box che al giro 11 gli mette le medie contando di cambiarle all’arrivo della pioggia che invece non si vede mai. È una vittoria da stopper per uno che nasce attaccante. Con dedica doverosa e sentita a Lauda che s’è spento quella settimana: “Se non fosse stato per lui, oggi avrei ancora un solo mondiale”.
Budapest 2019. Si porta negli scarichi di Verstappen, ma non trova il varco per il fendente, allora il muretto decide per un cambio gomme estremo e mescole supersoft, da lì recupera 20 secondi in 17 giri e mette a segno il sorpasso.
Silverstone/1 2020. Buca l’anteriore sinistra all’ultimo giro perché la Mercedes – come tutte le squadre – sbaglia i conti sulla durata delle gomme. Comunque regge quel tantino più di Bottas e Verstappen in modo da portare l’auto al traguardo. Vince una prova d’intelligenza: “Acceleravo solo quando calavano i giri del motore, ho guidato a velocità costante per non stallonare il pneumatico”. Sul podio per la squadra va Gilles Pironi, il figlio di Didier.
Nurburgring 2020. Dopo la safety car e il calo di temperatura delle gomme, si gioca bene l’asso nella manica, il sistema dual axis steering della Mercedes che modificando la convergenza delle ruote anteriori dà più angolo in curva e accelera il riscaldamento delle mescole. Non è una vittoria bellissima in senso stretto, ma per i numeri vale il pareggio a 91 con Schumacher.
Istanbul 2020. Segna sul bagnato una vittoria che è una tesi di laurea per contenuti di guida e strategia, nel giorno del settimo mondiale: “Ho messo tutto quello che ho imparato in carriera”. Con le gomme ridotte malissimo, rifiuta il pit stop nonostante abbia il margine per la sosta: “Nel 2007 ho perso un campionato in pit lane, ho imparato la lezione”.
Interlagos 2021. In un weekend che smonterebbe chiunque, ma non lui, risale tutto lo schieramento fra qualifica sprint e gara, dopo che il drs della Mercedes è stato giudicato non conforme e dopo ulteriori cinque posti di penalità per componenti nuovi del motore.
Gedda 2020. Rimette il mondiale in pareggio, zero a zero e palla al centro per l’ultima gara, uscendo indenne dalle provocazioni e dalle scorrettezze di Verstappen che fa una porcata pazzesca quando inchioda sul dritto in traiettoria e si fa tamponare.
Silverstone 2024. Anticipa Norris di un giro quando si tratta di tornare alle slick, è sufficiente a guadagnare quei 2 secondi che gli servono per andare al comando e restarci: torna alla vittoria dopo 945 giorni a secco, vince la corsa di casa per la nona volta in carriera, come mai nessuno altrove.
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