I nuovi record di Verstappen (e non solo): le statistiche serie (e meno serie) della Formula 1 nel 2024
martedì 10 dicembre 2024 · Statistiche
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Per com’era partito, con tre vittorie di Verstappen in quattro gare, sembrava un altro anno a senso unico. E invece no, la stagione a un certo punto prende una brutta piega per il colosso dell’energy drink: Max tiene botta e si conferma, ma la Red Bull si pianta al terzo posto in campionato, il suo risultato peggiore dal 2019. Questi gli altri numeri.
Tour de force. Con 24 gare in calendario, il 2024 è l’anno più lungo della Formula 1, un record che potenzialmente era in programma già nel 2023, ma era saltato per la rinuncia di Shanghai per precauzione dopo la pandemia e la cancellazione di Imola per l’alluvione in Emilia Romagna.
Il listone. Ma è stato anche l’anno che ha visto più nomi in pista: ai 20 titolari dichiarati al via del mondiale, strada facendo si sono aggiunti per ragioni diverse Bearman, Lawson, Colapinto e Doohan, portando la lista dei nomi a 24, come non accadeva dal 2016, quando c’era comunque una squadra in più.
Papaya power. La McLaren non vinceva il titolo costruttori dal 1998… quando non erano nati né Norris, né Piastri; interrompe il duopolio di Mercedes e Red Bull in era turbo ibrida, vince per la prima volta in livrea papaya e pareggia con la Williams a nove coppe.
Giovani leve. Siccome Sainz s’è dovuto operare d’urgenza per appendicite, a Gedda l’auto è passata a Bearman che ha marcato il debutto in Formula 1: a 18 anni e 10 mesi è risultato il più giovane in assoluto a guidare una Ferrari, frantumando il record che era di Ricardo Rodriguez dal 1961; inoltre, era dai tempi di Merzario, e correva l’anno 1972, che sulla rossa non si vedeva un esordiente assoluto.
Max 4. E sebbene sia stato un anno complicato, Verstappen ha raggiunto comunque qualche altra pietra miliare: oltre a pareggiare con Prost e Vettel a quattro corone iridate, è risultato il più veloce a totalizzare 100 podi, ha portato l’Olanda al quinto posto assoluto nella classifica delle nazioni che hanno vinto più gare, ha fatto otto pole consecutive uguagliando la striscia più lunga di sempre, di Senna fra Jerez 88 e Phoenix 89, e ha superato il tetto dei tremila giri in testa.
Gli altri. Chi doveva contendergli il titolo e non ce l’ha fatta, qualche soddisfazione personale pure se l’è tolta: Leclerc con la vittoria di Monte Carlo è stato il primo monegasco a vincere in casa dai tempi di Chiron; Norris è uscito dalla classifica infausta di chi aveva conquistato più podi senza mai vincere, in Spagna ha rivisto la pole a tre anni dall’ultima volta – cioè dalla sua prima, a Sochi nel 2021 – e a Singapore ha segnato il primo throughout di carriera; Hamilton è tornato a vincere dopo 945 giorni a secco, con la nona affermazione personale a Silverstone, come mai nessuno altrove.
La cabala del 16. La chiave della gara di Leclerc a Monza sta nella strategia a sosta unica e nella incredibile ricorrenza del numero 16: il pit stop che indirizza la vittoria viene effettuato al sedicesimo giro, e lui – che da sempre corre col numero 16 – taglia il traguardo alle 16:16, aggiudicandosi… la sedicesima gara della stagione.
Bienvenido. Franco Colapinto ha riportato la bandiera argentina sullo schieramento 23 anni dopo Gaston Mazzacane: per il suo paese è stato il ventitreesimo a prendere il via di una gara e il primo a punti dopo Reutemann.
In pausa. La safety car non si è vista per nove gare, da Montreal a Singapore inclusa: è un dato importante, perlomeno per Singapore, perché lì era una certezza statistica.
Il peggiore della classe. Per colpa di Hulkenberg, a Interlagos s’è rivista la bandiera nera della squalifica, che mancava – a gara in corso – dal Gran Premio del Canada del 2007, dove la presero Fisichella e Massa per aver lasciato la pit lane con il semaforo rosso dopo l’incidente di Kubica.
Cento per cento. Piastri è l’unico ad aver completato tutti i giri di gara, e in virtù del fatto che questa è stata la stagione più lunga della storia, il suo record vale anche più del 100% che avevano fatto già Schumacher nel 2002, Hamilton nel 2019 e Verstappen nel 2023.
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