Perché quella frase su Verstappen – fortuna, non talento – è la vera sconfitta di Norris
giovedì 7 novembre 2024 · Dal paddock
tempo di lettura: 3 minuti
Con la pioggia si torna a vedere chi sa guidare: Verstappen al Gran Premio di San Paolo parte diciassettesimo per i guai delle qualifiche, con una rimonta quasi da record risale la corrente e riguadagna in un solo weekend i 15 punti che Norris faticosamente gli aveva tolto fra Austin e Città del Messico. Stupefacente, dice Horner:
Max is invaluable. It’s impossible to put a number on. That was a champion’s drive, and there’s some great drivers out there, as we all know, but to stand out and shine like that today, that marks him out, I think, with some of the greats now.
È carico a pallettoni Verstappen, prima delle soste dei big è già quinto dopo 28 giri, in una gara in cui non viene mai autorizzato il drs per avverse condizioni meteo. La bandiera rossa per l’incidente di Colapinto è il jolly decisivo per un cambio gomme a motori spenti, ma lui è bravo a costruirselo quel jolly, attraverso una gestione intelligente delle gomme, mentre gli altri – incluso Norris – vanno a cambiarle prima:
Starting P17, I knew that it was going to be a very tough race. But we stayed out of trouble, we made the right calls, we stayed calm and we were fine. So all of these things together, of course, made that result possible. It’s unbelievable to win here from so far back on the grid.
A quel punto, gli manca solo il sorpasso su Ocon. Il quale in parco chiuso faceva notare un punto chiave, che dà la misura dell’autorità con cui Verstappen addomesticava la pista:
I was very impressed on how late he could brake to the inside without locking up the front. That’s what has happened to a lot of drivers. Probably in qualifying, 90% of my laps I had the front locking into turn one. But yeah, he made it stick, and it was a nice move.
Dopodiché, Verstappen fa nove volte il giro più veloce negli ultimi dieci giri di gara mettendo insieme un vantaggio di 19 secondi. E il suo passaggio migliore è 9 decimi sotto il migliore di Norris. Praticamente, non voleva solo vincere, li voleva mortificare: “È così che li mettiamo a tacere”, gli dice Gianpiero Lambiase alla radio.
Norris da parte sua chiude sesto con mezzo minuto di distacco sebbene avesse la pole, fa due o tre stecche sotto l’acqua, mostra di non conoscere nemmeno le regole sul giro di formazione quando la partenza viene cancellata. Ma su Verstappen, nelle interviste dice: “Non è talento, è fortuna”. È questa la sua sconfitta più grande: non sa vincere e non sa nemmeno perdere.