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Interlagos, perché la bandiera rossa in qualifica non c’entrava con l’eliminazione di Verstappen
domenica 3 novembre 2024 · Gran Premi
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Finisce in trionfo, con la spallata definitiva a Norris per il mondiale, ma il weekend di Verstappen a Interlagos partiva in salita per la retrocessione di cinque posti per sostituzione di parti del motore dopo i problemi di Città del Messico, e prendeva seriamente una brutta piega in qualifica.
Sta facendo bene Verstappen fino all’incidente di Sainz e alla conseguente bandiera rossa in Q2. Ma alla riapertura della pit lane la Red Bull lo mette tardi in coda, in posizione di svantaggio rispetto agli altri che, uno dopo l’altro, si migliorano grazie al fatto che la pista si sta asciugando. Tra l’altro, lo supera anche Ocon alla prima curva, procurandogli aria sporca.
Dopodiché, arriva l’altra bandiera rossa, per l’incidente di Stroll stavolta, in uscita dalla esse di Senna. Qui Verstappen ci rimette l’accesso in Q3, è una belva, batte i pugni sul volante e caccia un urlo sovrumano quando esce dall’abitacolo. Dice: “C’era un’auto nel muro, doveva essere subito rossa, non si dovevano aspettare 30 o 40 secondi”. Cioè: non bisognava aspettare che gli altri chiudessero il loro giro.
La verità è che Stroll non è esattamente nel muro: ha sbattuto, ha sfasciato le ali, ma sta cercando di riprendere la pista oppure raggiungere la postazione dei commissari di percorso, per cui la direzione di gara giustamente dà prima la bandiera gialla – e gli altri non la prendono perché hanno già passato il primo settore – e poi va sulla rossa quando è evidente che Stroll ha deciso di fermarsi. Prassi. Per Colapinto, Sainz, Alonso e Albon invece la sospensione è immediata perché là non c’è nulla da valutare: le auto sono veramente dentro la barriera.
A ogni modo, il punto è un altro: Verstappen è fuori dai primi dieci già quando arriva la bandiera gialla. Per cui la tempistica non c’entra: sarebbe stato fuori ugualmente, pure con la rossa diretta. E anche risparmiando quei “30 o 40 secondi” la sessione non sarebbe ripartita perché il tempo materiale di rilancio non c’era.
Insomma, è un caso che non esiste. Poi ognuno può raccontarla come gli fa più comodo. Come nella gara sprint, dove Vanzini in telecronaca su Sky sostiene che la gestione della virtual safety car “è pro McLaren”, perché il regime di velocità controllata e divieto di sorpasso viene attivato un attimo dopo che Piastri e Norris si sono scambiati le posizioni per ordine di scuderia. E viene disattivato quando sono fuori dalla zona drs e Verstappen non può più attaccarli. Ma questo vorrebbe dire che in cabina di regia c’è qualcuno più diabolico di Masi…