Interlagos, la vittoria del buonsenso che anticipa la partenza per garantire il GP (e la sicurezza)

domenica 3 novembre 2024 · Gran Premi
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Non c’era verso di fare la qualifica sabato pomeriggio, semplicemente perché non sarebbe stata una qualifica, checché ne dica Hamilton, il quale irrompe nelle interviste a Domenicali e in tono scherzoso gli fa: “Dovevi farci andare in pista”. Come se certe disposizioni dipendessero dalla Fom e non dalla Fia.

C’entra la nuova regola che vieta le termocoperte per le gomme da bagnato e c’entra la questione tecnica delle prestazioni di un prodotto su cui Pirelli ha necessità di altri sviluppi, come ammette Mario Isola. Ma questa è solo una parte della storia: c’era un fiume d’acqua che scorreva alla esse di Senna e all’ultima curva prima della salita verso i box, Maylander non stava in pista nemmeno con la safety car e la luce stava calando.

Di qui la decisione di Wittich, dopo due ore di attesa e vari rinvii, di posticipare tutto a domenica. Presto, prestissimo, mai così presto, alle 7:30 del mattino, con un cambio di programma che per quanto obbligato ha preso le squadre in contropiede, dopo che l’anno scorso qualcuno già avanzava rimostranze perché nei weekend di gara sprint si faceva la qualifica senza turni di riscaldamento.

La verità è che la Fia in Brasile, d’accordo con Liberty in questo caso, da un lato cercava la finestra per evitare il maltempo, dall’altro s’è voluta garantire un buffer di tempo nel caso fosse necessario ancora prolungare l’attesa di una schiarita. A quel punto, con il programma drasticamente stravolto, tanto valeva anche anticipare il Gran Premio, per le stesse ragioni.

È un passaggio importante, considerando quanto sono rigidi gli accordi con le televisioni in fatto di orari. D’altra parte, la Formula 1 proprio in funzione del pubblico – quello in pista e quello a casa – con la riprogrammazione delle sessioni ha fatto una scelta affinché ci fossero i presupposti per offrire un prodotto completo anziché lo sputo di gara falsata che fu Spa nel 2021, la corsa più corta della storia, un solo giro dietro la safety car.

Perché in fondo, certe lezioni vengono imparate, soprattutto in tema di sicurezza: a Suzuka nel 2014 non si trovò l’accordo con l’organizzazione quando si parlava di anticipare la partenza per evitare acqua e penombra. E finì con l’incidente di Bianchi.

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