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Curva do sol, Ferradura, Arquibancadas e le altre: perché le curve di Interlagos si chiamano così

venerdì 1 novembre 2024 · Gran Premi
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La pista “di chi si prende rischi, di chi frena tardi e di chi fa la storia”: è questa Interlagos, nella sintesi di F1.com su X, il circuito fra i laghi – due, artificiali, Guarapiranga e Billings ai quali deve il nome – alla periferia di San Paolo.

Sede fissa del Gran Premio di Formula 1 dal 1990, da quando la massima serie ha lasciato Jacarepagua, è anche un susseguirsi di curve e sezioni dai nomi fortemente evocativi, a partire dalla esse di Senna, che non ha bisogno di spiegazioni.

Nell’ordine arrivano: Curva do sol, cioè la curva del sole, perché i piloti l’affrontavano con il sole negli occhi all’epoca in cui il circuito misurava quasi otto chilometri e quel tratto si percorreva in senso orario; poi la Reta oposta, il rettilineo opposto rispetto a quello di partenza.

Nel secondo settore: Descida do lago, la doppia curva a sinistra, in discesa, verso il laghetto; Ferradura, altra doppia, a destra stavolta, a ferro di cavallo, da cui il nome; Laranjinha, cioè l’arancina, che in portoghese brasiliano colloquiale indica anche un prestanome per coprire giochi loschi e per estensione un tonto, tipicamente il novellino che da quella curva si faceva fregare; poi Pinheirinho, cioè il piccolo pino, quello al centro del tornante; Bico de pato, letteralmente il becco di papera che gli dà la forma; e Mergulho, il tuffo, dove la pendenza porta le auto a scorrere dal lato opposto alla curva.

Infine, nell’ultimo settore: Juncao, la giunzione con il vecchio tracciato, che immette nella Subida do boxes, la salita verso i box in pendenza del 10 per cento. Da qui in poi è tutta accelerazione: la Curva del caffè, quella di tanti incidenti – anche funesti nelle categorie minori, per la quale s’era parlato di modifiche, mai terminate – e l’Arquibancadas, che significa tribuna, la velocissima piega che immette sul rettilineo d’arrivo, appunto, sotto la tribuna centrale.

A. Senna, Interlagos,