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Gran Premio di Città del Messico 2024: cos’è successo e chi ha vinto, il weekend in sintesi

lunedì 28 ottobre 2024 · Roundup
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Lo sfondo. La Fia rigetta la richiesta di riesame della McLaren sulla penalità a Norris negli Stati Uniti, ma attiva una consultazione coi piloti sulla ridefinizione del metodo di valutazione nei sorpassi fuori pista. La linea di inserimento del drs sul rettilineo principale viene avanzata di 75 metri, di fatto accorciando il tratto di utilizzo.

Le novità tecniche. La McLaren porta il nuovo fondo che era stato rinviato ad Austin, la prima vera evoluzione dopo Miami, ma mette a punto un solo esemplare, per Norris. Dalla documentazione trasmessa alla Fia, le modifiche riguardano “la geometria in tutte le aree”, ma a sentire Norris il miglioramento resta “minuscolo”.

Venerdì. Nella prima sessione, Albon finisce addosso a Bearman che gira come nuova leva sulla Ferrari di Leclerc; transita Shwartzman che è in prova all’Haas e viola le bandiere gialle, per cui viene retrocesso di cinque posti… pur non essendo in gara, per giusta coerenza coi precedenti. Nella seconda sessione, come già nel 2023, Pirelli mette a disposizione una mescola sperimentale per l’anno venturo; Sainz è il più veloce, Russell sbatte alla curva 8 e Verstappen non fa nemmeno un giro per problemi al motore e un danno al fondo: “Un venerdì inutile”, commenta.

Sabato. La McLaren viene da una doppietta nell’ultima sessione di prove, ma non si conferma in qualifica: Piastri viene eliminato in Q1, Norris chiude terzo. Così, la pole è di Sainz, davanti a Verstappen che trova un colpo di coda clamoroso dopo aver cambiato il motore riprendendo componenti precedenti, quindi senza penalità.

La gara. Verstappen entra di forza alla prima curva, Sainz deve andare per prati, mollando la posizione. Ma al giro 9 gli tira una staccatona e torna davanti; da quel momento ha solo da amministrare. Verstappen invece deve vedersela con Norris, esagera nella difesa e stavolta è lui a prendere penalità, due penalità. Chiude a podio Leclerc che nel finale rischia di volare fuori alla Peraltada.

L’ordine d’arrivo. Sainz, Norris, Leclerc, Hamilton, Russell, Verstappen, Magnussen, Piastri, Hulkenberg e Gasly. Ritirati Tsunoda, Albon e Alonso.

Chi ha vinto. Sainz, che ogni tanto si ricorda di essere un campione. E la Ferrari che sale al secondo posto nel mondiale costruttori.

Chi ha perso. Verstappen, ingenuo, smodato e fuori controllo, nel weekend in cui la Fia comincia a muoversi perché di certe furbate ne ha abbastanza; Lawson, insolente a cacciare il dito medio a Perez; e lo stesso Perez, che viene mandato dalla Red Bull a cercare il giro più veloce all’ultimo passaggio… e lo manca di 8 decimi.

Le penalità. A Perez, 5 secondi perché al via è fuori dallo stallo di partenza; a Verstappen, 10 secondi per avere spinto Norris fuori, altri 10 per aver tratto vantaggio violando i limiti della pista in un’altra azione, sempre contro Norris; a Colapinto, 10 secondi per una collisione con Lawson.

Le classifiche. Nel mondiale piloti: Verstappen 362, Norris 315, Leclerc 291, Piastri 251, Sainz 240, Hamilton 189, Russell 177, Perez 150. Nel mondiale costruttori: McLaren 566, Ferrari 537, Red Bull 512, Mercedes 366.

Le statistiche. A vedere i numeri, era scritta la pole di Sainz che in qualifica in Messico si è sempre migliorato da un anno all’altro: la sua progressione dal 2015 è undicesimo, decimo, nono, ottavo, settimo, sesto, quinto, secondo… e infine primo, giustamente. Alonso celebra le 400 presenze… ma non le partecipazioni, perché in tre casi non è partito.

Amarcord. Proprio il 27 ottobre del 1963 si correva per la prima volta a Città del Messico, la sede a maggiore altitudine in tutta la storia della Formula 1, a 2286 metri sul livello del mare. Accadde oggi, la Formula 1 in 366 giorni dal 1950 all’era moderna, 270 pagine a prezzo speciale di 15,90 € è il libro di F1WEB.it su Amazon.

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