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L’analisi: così la McLaren fallisce il riesame sulla penalità di Norris… ma segna due punti di merito

sabato 26 ottobre 2024 · Regolamenti
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Racefans.net alla vigilia ripercorreva lo storico delle richieste di riesame degli ultimi cinque anni e notava come ne fossero andati a segno solo 4 su 12, tra cui peraltro quello dell’Alpine ad Austin 2022 solo per una ragione esclusivamente procedurale, contro l’Haas che aveva notificato il reclamo fuori tempo.

Una media di successo bassissima in conseguenza del fatto che le richieste di riesame si giocano sempre su due livelli: prima bisogna dimostrare di essere in possesso di “nuovi elementi significativi e rilevanti” che non fossero nelle disponibilità dei giudici al momento della prima valutazione, dopodiché si entra nel merito della consistenza tecnica. Di qui anche le bocciature esemplari che s’è presa la Ferrari su due casi eclatanti con Vettel, in Messico nel 2016 sul sorpasso a Ricciardo e in Canada nel 2019 sul taglio di chicane contro Hamilton.

Così, viene rigettata anche l’istanza della McLaren sulla penalità di Norris che ad Austin ha preso 5 secondi di retrocessione per aver sorpassato Verstappen oltre il cordolo all’uscita della curva 12, all’esterno: “Ma era fuori anche lui”, ha sempre sostenuto Norris.

La McLaren ha cercato di forzare le regole sostenendo che il nuovo elemento per il riesame della decisione fosse… la decisione stessa, la quale secondo la squadra contiene un vizio di forma in quanto considera Verstappen come il pilota sotto attacco mentre invece fosse sotto attacco Norris che aveva già guadagnato il diritto di traiettoria prima della curva.

Lettura che ovviamente viene respinta. Del resto, la squadra non si aspettava altrimenti, l’aveva già lasciato intendere Stella. A ogni modo, alla McLaren va riconosciuto un certo merito, almeno su due punti.

Il primo, avere ottenuto nero su bianco da parte dei giudici l’ammissione che la regolamentazione sul diritto di riesame fissa – testualmente – “un’asticella troppo in alto” per le squadre quando viene tirata in ballo sui provvedimenti disciplinari applicati in gara, ovvero quando le parti in causa non hanno partecipato alle valutazioni. Che è poi la stessa linea della Ferrari a Melbourne nel 2023, quando gli avvocati volevano che Sainz fosse perlomeno ascoltato per difendersi.

Il secondo, aver mantenuto alta l’attenzione nelle sedi ufficiali sul criterio che adottano i giudici per la valutazione di certe situazioni grigie in cui si gioca sulla furbizia perché qualcuno, come spiega perfettamente Sainz, tira la staccata per passare in posizione di vantaggio al punto di corda, o perlomeno “dare l’impressione di farlo”, in modo da conservare il diritto di traiettoria pur sapendo che non farà mai la curva.

Sta qui la malizia di Verstappen. E viceversa, l’ingenuità di Norris. Perché se uno è sempre un furbacchione, l’altro è sempre troppo pollo.

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