Quel sospetto sulla variazione di altezza del tea tray della Red Bull in violazione del parco chiuso

venerdì 18 ottobre 2024 · Regolamenti
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Le squadre sbarcano ad Austin dopo quattro settimane di stop e trovano una puntualizzazione della Fia sul divieto delle regolazioni in parco chiuso, più specificamente sulle variazioni di altezza del tea tray, lo scivolo che all’imbocco del fondo, dietro le ruote anteriori, rappresenta la porta d’accesso per i flussi d’aria sotto l’auto e come tale gioca un ruolo determinante per l’effetto suolo.

È una nota ovvia e apparentemente non dovuta, dal momento che in parco chiuso fra qualifiche e gara praticamente è già vietata ogni modifica sull’auto. Ma la Fia non entra in causa per niente. O meglio, non viene chiamata in causa per niente.

Tempo 24 ore e la Red Bull esce allo scoperto e si autodenuncia: sulla RB20 c’è un dispositivo che potenzialmente interviene sulla posizione del tea tray, “ma non è accessibile quando l’auto è assemblata”, garantisce un portavoce della squadra, il che automaticamente escluderebbe il dolo. Del resto, la presenza di un sistema del genere non è sufficiente a provare che il parco chiuso sia stato sistematicamente o anche solo occasionalmente violato.

A ogni modo, la Fia a scanso di sospetti d’ora in poi procede con l’applicazione dei sigilli al tea tray, per controllare che la posizione non venga modificata rispetto all’assetto delle qualifiche. Perché in effetti si immagina che lo scivolo prima del via sia sollevato per compensare la variazione di altezza dovuta al carico di carburante per la gara, con vantaggi considerevoli in termini aerodinamici e – aggiunge l’analisi di Autosport – anche meccanici per via dell’effetto sulla finestra di esercizio delle gomme.

Al di là delle questioni strettamente ingegneristiche, il retroscena interessante è che la spia d’allarme l’ha accesa a Singapore una squadra avversaria, sulla base di un approfondimento dei disegni tecnici dei componenti open source che la Red Bull è tenuta a depositare per regolamento.

Di qui, una fitta interlocuzione con la Fia e questo nuovo capitolo di una guerra politica, mascherata dietro la querelle puramente tecnica. A nemmeno un mese da quell’altro chiarimento normativo che ha tolto alla McLaren la furbata del mini drs… proprio su imbeccata della Red Bull. E qui Norris non a caso si toglie un sassolino: “Un conto è muoversi al limite, un altro conto è oltrepassarlo”.

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