Ma non doveva andare alla Ferrari?
martedì 10 settembre 2024 · Mercato
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C’era un tavolo di trattativa e non l’ha smentito nessuno. Non c’è mai stato, invece, quel contratto che era già dato per firmato e alla fine è rimasto in bianco. Così, lo scoop dell’approdo di Adrian Newey alla Ferrari si sgonfia in un clamoroso e imbarazzante falso giornalistico internazionale, del quale omertosamente ogni testata e ogni testone disconosce la paternità che per mesi s’è avocata.
Incluso Carlo Vanzini, che a maggio ai tempi del Gran Premio di Miami pontificava: “L’autostrada verso Maranello è già presa, manca solo l’ufficialità”. E lui sapeva anche il cronoprogramma: “Newey potrà tornare a occuparsi di Formula 1 dal 1° aprile (2025), dal momento in cui lo si vedrà varcare i cancelli di Maranello”.
Newey invece i cancelli li ha varcati a Silverstone all’Aston Martin e questo ha creato un problema, un doppio problema: di credibilità, a chi ha venduto narrazioni infondate spacciandole per verità granitiche; di responsabilità, a chi ha dovuto giustificare agli azionisti, ai tifosi e alla stampa le ragioni che hanno fatto saltare il tavolo.
Alla fine, Vasseur la butta sul tema della solidità del gruppo e del valore prevalente della squadra oltre quello dei singoli. Che ci sta pure come motivazione, se la Ferrari questa motivazione non l’avesse cacciata in mezzo solo a posteriori, quando s’è cominciato a intuire che non c’era punto di incontro sulle disponibilità salariali e più in generale sulle risorse che Newey si aspettava venissero destinate da qui a tre anni a un progetto per la Formula 1. In questo senso, un alibi da paraculo.
Più coerente, sotto quest’aspetto, è stata la McLaren che da subito ha ribadito una linea: “Abbiamo intrapreso una strada che manterremo, per cui – le parole di Zak Brown, a maggio – non lo stiamo inseguendo attivamente”.