Il caso Uralkali, perché i vecchi sponsor di Mazepin stavano per bloccare l’Haas

sabato 24 agosto 2024 · Fuori tema
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Non è mai stata in discussione la partecipazione dell’Haas a Zandvoort, quella a Monza sì. È successo che Uralkali, il vecchio sponsor, l’impresa russa del papà di Mazepin che produce fertilizzanti, giovedì ha spedito nel box gli ufficiali giudiziari per impedire che il materiale della squadra lasciasse l’Olanda se non fosse stato saldato un vecchio conto.

Conto che risale al 2022, all’epoca l’Haas tronca ogni rapporto con Mazepin all’indomani dell’invasione della Russia in Ucraina, sebbene abbia già incassato per intero i soldi della sua valigia, qualcosa come 12 milioni e mezzo di euro, che in parte coprono anche il campionato ancora da correre e non vengono mai restituiti.

Così, Uralkali mette in campo gli avvocati e il 12 giugno di quest’anno in effetti segna la rete, perché l’arbitrato alla corte svizzera pur riconoscendo all’Haas le ragioni di giusta causa nell’interruzione unilaterale della sponsorizzazione, stabilisce che ai russi spettano 8 milioni di euro… e una Formula 1 completa del 2021 che già faceva parte degli accordi per questioni promozionali.

L’Haas prima di Zandvoort, a due mesi dalla sentenza, ancora non s’era mossa. Non perché cercasse una scappatoia, ma perché – fonti della squadra – doveva accertarsi che la transazione inversa fosse in regola con le leggi internazionali alla luce delle sanzioni imposte alla Russia.

Dubbi che invece secondo Uralkali non sussistono, di qui l’esposto alle autorità olandesi per ottenere quel bonifico che venerdì sera è finalmente partito sbloccando l’impasse.

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