Sotto la pioggia, su tre ruote… oppure con fortuna: le nove vittorie di re Hamilton a Silverstone

martedì 9 luglio 2024 · Amarcord
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“Una vittoria diversa dalle altre”, dice Hamilton che ritrova la via dopo due anni e mezzo. Diversa e importante, anche per le statistiche, perché nove successi sullo stesso circuito – che per lui significano anche nove successi in casa – non li aveva mai conquistati nessuno.

2008. Una giornata di novembre nel cuore dell’estate, il meteo è la variabile impazzita anche nel giorno della sua prima affermazione nella classica d’Inghilterra, dopo un mese in cui ha raccolto solo critiche. Sulla carta, l’avversaria è la Ferrari che invece non c’è, agonisticamente parlando: Raikkonen si fa doppiare, Massa è ultimo, due giri dietro, con cinque testacoda.

2014. Raddrizza le sorti del suo mondiale, si riattacca a Rosberg che rompe il cambio e segna zero per la prima volta dall’inizio dell’anno. Il trofeo è una scultura che ricalca il logo di Banco Santander e che a lui non piace: “È di plastica, non costa nemmeno dieci sterline. Ma non scrivetelo”.

2015. All’arrivo della pioggia, Rosberg con le slick passa le Williams e si mette a caccia di Hamilton. Che cinque giri dopo anticipa il passaggio alle intermedie e azzecca la mossa vincente per restare in testa e vincere.

2016. Il muretto della Mercedes aiuta Rosberg a salvare il cambio, attraverso indicazioni via radio che per il regolamento dell’epoca sono un aiuto illecito e determinano lo stop-and-go. Hamilton perde l’unico avversario. E fa un bagno di folla, letteralmente: all’arrivo si tuffa sul pubblico e si lascia cullare.

2017. Re dei social per il live su Instagram durante la cerimonia del podio, re del weekend col grand chelem, quasi re della classifica del mondiale a meno 1 da Vettel: corona il weekend perfetto… o quasi perfetto, con l’unica macchia di quel condono che la Fia gli accorda sull’impedimento a Grosjean nelle qualifiche.

2019. All’ingresso della safety car fa il pit stop gratis che gli assicura il sorpasso su Bottas che s’è già fermato. Al di là della botta di culo oggettiva, imprime un ritmo impossibile, al punto da segnare all’ultimo passaggio il giro record con le gomme vecchie di 32 giri, meglio di Bottas che gira su quelle più fresche.

2020. Le squadre sbagliano i conti sulla durata delle mescole, Hamilton buca l’anteriore sinistra all’ultimo giro, comunque regge quel tantino più di Bottas e Verstappen in modo da portare l’auto al traguardo. Vince una prova d’intelligenza: “Acceleravo solo quando calavano i giri del motore, ho guidato a velocità costante per non stallonare il pneumatico”.

2021. Nell’anno in cui gli viene intitolato il rettilineo, alla Copse al primo giro manda Verstappen a muro e in ospedale, viene penalizzato di 10 secondi e vince comunque. È il punto di non ritorno del mondiale, da allora nulla è più come prima.

2024. Quando si tratta di tornare alle slick dopo la pioggia, anticipa Norris di un giro, che è sufficiente a guadagnare quei 2 secondi che gli servono per andare al comando. E tornare alla vittoria dopo 945 giorni a digiuno.

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