Quelle email anonime alla stampa e il gomblotto della Mercedes contro Hamilton
venerdì 21 giugno 2024 · Dal paddock
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Così scomposte e irrazionali che nessuno s’è preso il disturbo di pubblicarle, le email anonime che sono arrivate a varie testate della rete e raccontano del complotto – anzi, il gomblotto – della Mercedes per sabotare Hamilton negli ultimi mesi prima che lasci la squadra per andare alla Ferrari.
È una storia che riprende il tema di una serie di thread faziosi sui social network, prevalentemente X, e proviene evidentemente da quella minoranza della fanbase estrema e accecata che nel 2021 aveva già spedito minacce a Latifi e Masi per l’epilogo del campionato a favore di Verstappen. Magari è anche la stessa mano.
Non è brillante il tabellino recente di Hamilton, di qui l’ipotesi che la squadra l’abbia già scaricato per concentrare gli sforzi su Russell. Il quale comunque non è messo tanto meglio in classifica, però a Montreal guadagnava “il primo podio della stagione”, scriveva la Mercedes scordando che un altro podio c’era già stato, a Shanghai in gara sprint, e l’aveva conquistato Hamilton.
Gli altri tasselli della congiura sono una serie di episodi e dichiarazioni scientificamente selezionati su cui fanno clickbait i soliti siti da bar: Hamilton che in Canada si chiude nel silenzio al traguardo senza rispondere alla radio, che dopo la qualifica allude a “un vantaggio svanito”, che a Monaco non riceve gli aggiornamenti dell’ala anteriore a differenza di Russell.
Da parte sua, Hamilton non cerca la polemica, dice che in Canada ha guidato male e le colpe sono sue. Non alimenta i sospetti del 2016, quando si sentiva tradito dopo la Malesia e rischiava una frattura insanabile con meccanici e manager: “Qualcuno deve darmi delle risposte. Qualcuno non vuole che io vinca il titolo”.
Oggi la Mercedes fa quadrato intorno a Hamilton, non c’è prova che le email siano partite da qualcuno della squadra, ma Wolff è deciso ad andare fino in fondo:
I have instructed to go in full force. We have the police inquiring. We are researching the IP address. We are researching the phone, all of that, because online abuse in that way needs to stop. People can’t hide behind their phones or their computers and abuse teams or drivers.