Il ritorno a Shanghai è un salto nel buio con rischi di squalifiche, ecco perché
mercoledì 10 aprile 2024 · Dal paddock
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L’ultima volta che si è corso il Gran Premio di Cina era il 2019, i cerchi delle ruote misuravano ancora 15 pollici, non era stato ancora ripescato l’effetto suolo, Verstappen non aveva ancora vinto un titolo e Hamilton doveva ancora ugugagliare i titoli di Schumacher. Soprattutto, non esistevano ancora le gare sprint.
Oggi, con una gara sprint rientra il circuito di Shanghai dopo quattro anni di stop per le misure ultra restrittive di contenimento della pandemia da parte del governo centrale, nessun’altra pista del mondiale è stata ferma tanto, per cui basta già questo a farne un appuntamento delicatissimo. In più, la sprint introduce un salto nel buio, dal momento che si va direttamente in qualifica con una sola sessione di prove libere, su un tracciato che le auto della nuova generazione non hanno mai affrontato.
Ad Austin, che comunque non era sconosciuta, l’anno scorso il weekend compresso aveva pregiudicato la preparazione delle squadre, al punto che Ferrari e Mercedes pagarono con le squalifiche di Leclerc e Hamilton per usura della tavola sotto il fondo. Con il forte sospetto che fossero irregolari anche altri, che la Fia non andò a controllare. Oltre al fatto che Leclerc aveva sfiorato l’esclusione per lo stesso motivo già a Spielberg, dove pure si correva una sprint.
Che non fosse una buona idea mettere a Shanghai la prima sprint dell’anno è un punto che i piloti hanno portato all’attenzione di Fia e Fom. Dice Sainz:
We said, with these kind of cars to go to a track with one hour of practice and straight into qualifying, with the regulations that they put us under, with the plank wear and things like this, and how tricky one bump could make the car, I think it’s not a good choice after four or five years absence.
Il regolamento non prevede una sessione extra, se non in casi estremi, per ragioni di sicurezza. E comunque non è quello che vuole Liberty, perché in fondo la nuova Formula 1 è anche questo, la ricerca dello spettacolo pure attraverso forzature, a costo di fare le gare alla cieca.