Liberty Media si compra anche il Motomondiale, ma pende il nullaosta dell’antitrust
martedì 2 aprile 2024 · Politica
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Con un’operazione del valore di 4 milioni di euro, Liberty Media prende il controllo anche del Motomondiale, a otto anni dall’operazione analoga per la Formula 1, che di milioni ne era costati 7.
Formalmente, Liberty acquisisce l’86% di Dorna che resta una realtà indipendente, mantiene al vertice Carmelo Ezpeleta e conserva i diritti esclusivi non solo della Moto Gp, ma anche delle categorie di supporto, oltre che di MotoE, Superbike e del nuovo campionato femminile di Gare in Circuito.
Un bel pacchetto insomma, che tuttavia non frutta quanto dovrebbe, come non fruttava la Formula 1 all’epoca della compravendita, cioè prima che Liberty non ne riscrivesse le strategie commerciali.
Così, nel 2023 il circo a quattro ruote ha prodotto 3 miliardi di euro di ricavi, il Motomondiale appena mezzo miliardo. Praticamente, “un grande spettacolo sportivo – Greg Maffei, presidente e CEO di Liberty – che possiamo ampliare verso un’audience globale ancora più vasta”.
Per esempio, verso gli Stati Uniti dove il Motomondiale corre soltanto ad Austin, mentre la Formula 1 sotto la gestione di Liberty è arrivata anche a Miami e Las Vegas. Perciò: “Non potremmo desiderare un socio migliore – la nota di Ezpeleta – per ampliare la base di appassionati in tutto il mondo”.
È previsto che l’acquisizione si chiuda entro la fine dell’anno, ma pende il nullaosta dell’antitrust perché nel 2006 già Cvc Capital Partners che si era aggiudicata entrambi gli emisferi dei motori, venne costretta a lasciarne uno, il motomondiale in quel caso, per rispettare la regolamentazione europea in materia di concorrenza.
Il rischio di allora, alla base dei dubbi della Commissione, tecnicamente permane. Ossia, c’è il pericolo che l’accentramento dei diritti su due categorie all’apice dello sport motoristico determini aumenti sconsiderati di prezzi e riduzione di scelta del consumatore. In parole povere, il pericolo che Liberty venda alle televisioni, e di riflesso al consumatore finale, un pacchetto unico e per questo più caro.