Nel 2024 il primo calendario “sostenibile” dei Gran Premi di Formula 1 (con qualche neo)
domenica 21 gennaio 2024 · Politica
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L’allineamento ai principi dell’internazionalizzazione responsabile impone che le corse in Bahrain e Arabia Saudita vengano anticipate al sabato per rispettare il ramadan. È una delle novità del calendario dei Gran Premi di Formula 1 per il 2024, che parte il 29 febbraio con le prove libere a Sakhir e si chiude l’8 dicembre con la gara di Abu Dhabi, un’ingozzata da record di 24 appuntamenti che l’anno scorso è saltata solo per lo strascico della pandemia in Cina e l’alluvione in Romagna.
Non ci sono new entry e slitta ancora il ritorno a Kyalami, per cui Spa trova fortunosamente la riconferma. Per il resto, è evidente soprattutto lo sforzo verso una riorganizzazione per area geografica: Suzuka passa ad aprile – anche per evitare la stagione dei monsoni, com’era stato proposto già nel 2022 – e viene agganciata a Shanghai, viceversa Baku slitta a settembre in coda alla fase europea.
Così, la Formula 1 riduce i trasferimenti continui da un continente all’altro, che sono stati sempre un incubo per la logistica oltre che un’incongruenza rispetto alle dichiarate intenzioni ambientaliste. In questo senso, la serie regina vara il primo calendario sostenibile. Le parole di Stefano Domenicali:
I want to thank all of the promoters and partners for their support and effort to achieve this great schedule. Our journey to a more sustainable calendar will continue in the coming years as we further streamline operations as part of our Net Zero 2030 commitment.
Non è ancora perfetta la sequenza delle gare e mai potrà esserlo: da un lato perché certi spostamenti di stagione sono incompatibili con le situazioni climatiche a determinate latitudini terrestri; dall’altro perché le sedi storiche, in virtù dei contratti d’acciaio che si firmavano una volta, giustamente pretendono le date che assicurano l’indotto migliore.
Per esempio, Montreal a giugno in mezzo alle tappe europee. Perciò Liberty stava trattando per accoppiarla a Miami a maggio oppure Austin a ottobre, invece il comitato promotore ha detto no, principalmente per via del meteo, ma anche per evitare il sovraccarico organizzativo al parco dell’isola di Notre Dame.