Las Vegas, dove è inciampata l’organizzazione. E perché la Ferrari adesso chiede i danni

lunedì 20 novembre 2023 · Dal paddock
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“Sarà divertente”, diceva Verstappen nel promo dell’anno scorso, quando i piloti parlavano esclusivamente su basi commerciali. Giovedì invece: “Mi pare una pagliacciata, è 99% show, solo 1% sport”. E non era ancora cominciato il weekend dentro questo immenso luna park da mezzo miliardo di dollari. Che per carità ci sta, la Formula 1 è anche marketing e soldi, purché dentro e fuori la pista vada tutto liscio e la gara venga preservata nella sua valenza sportiva.

Alla fine, secondo Hamilton il Gran Premio di domenica “risponde al pessimismo di certa gente”. Ritratta addirittura Verstappen: “Sulla gara non avevo dubbi”. E al traguardo canta Viva Las Vegas di Elvis nel team radio. Quando si dice la coerenza.

Bene, ma non benissimo, perché Las Vegas nell’anno del rientro nel mondiale rimedia due insufficienze gravissime. La prima, tecnica, sulla sistemazione dei tombini, una leggerezza serissima che venerdì rischia di innescare un dramma.

Vasseur anticipa che l’area legale della Ferrari dopo il caso di Sainz sta valutando di chiedere un risarcimento all’organizzazione, come fece l’Haas – e l’ebbe vinta – per una griglia di drenaggio che spaccò l’auto di Grosjean a Sepang nel 2017: “Abbiamo pagato conseguenze sul piano finanziario, sportivo, perfino in termini di riserva di componenti”. Danni per un milione e mezzo di dollari, pare, motore escluso.

Alla questione dei tombini si riconduce anche il secondo inciampo, organizzativo questo, perché la lunghissima dilazione delle prove espone un buco clamoroso: il personale del servizio d’ordine non lavora oltre le 2 di notte, le tribune nel terzo settore allora vengono fatte sfollare prima che riprendano le prove libere, praticamente c’è gente che torna a casa e ha visto solo dieci minuti prima della bandiera rossa.

A loro, il comitato promotore offre un voucher di 200 dollari che non ripaga per intero la spesa per l’accesso. Chi ha il biglietto valido per tutto il weekend non viene rimborsato affatto, gli viene promesso lo show della gara, sulla fiducia. Senza nemmeno una parola di scuse perché chiedere scusa è un’ammissione di responsabilità, dicono gli avvocati, e si rischia di perdere una causa.

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