Las Vegas, parte male: il caso del tombino che ha distrutto la Ferrari di Sainz nelle prove
venerdì 17 novembre 2023 · Gran Premi
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Dura meno di dieci minuti la prima sessione di prove a Las Vegas, la direzione dà bandiera rossa quando Sainz a 300 all’ora prende una botta pesantissima sotto l’auto risucchiando il chiusino di una valvola dell’acqua, proprio sulla Strip. Stessa causa anche per il danno all’Alpine di Ocon, meno grave comunque.
A quel punto l’organizzazione fa scattare la procedura del controllo d’urgenza, ferma tutto e verifica tombino per tombino, applicando cemento a presa rapida sotto la supervisione degli uomini della Fia. Che il sopralluogo comunque l’avevano già fatto alla vigilia, senza evidenziare criticità.
È il primo intoppo nel weekend del ritorno a Las Vegas. Wolff minimizza: “Non è che la Formula 1 perde la faccia per una roba del genere”. Del resto, è successo anche altrove: nel 2005 a Shanghai con Montoya, nel 2016 a Monte Carlo con Button nello stesso punto in cui era capitato a Barrichello sei anni prima, nel 2017 a Sepang con Grosjean e nel 2019 a Baku con Russell.
Ma qui il punto è un altro, per l’aspettativa che Liberty aveva montato in termini sportivi e commerciali intorno allo sbarco della Formula 1 sulla Strip, valeva più che mai l’obbligo morale che filasse tutto liscio. Perciò Ricciardo dice:
It’s easy to say now ‘yeah, we did the opening ceremonies and we’re kind of focussed on other things’, but did they actually do their due diligence on the track? That one, for sure, I can’t sidestep that one, that is a safety concern hopefully they take pretty seriously.
L’altra metà della storia è la mazzata morale che prende la Ferrari: sull’auto di Sainz bisogna cambiare tutto, fondo, motore, centralina, batteria, perfino il sedile. E diversi elementi, ai sensi del regolamento, comportano sanzione: “Pago un prezzo altissimo. Tanto lavoro per riparare l’auto e oltretutto incassiamo anche una penalità”. Ci va anche più pesante Vasseur: “Inaccettabile per la Formula 1 moderna, ci costa una fortuna”. Cioè: un milione e mezzo di dollari, pare, motore escluso.
La Ferrari chiedeva l’esenzione almeno per la batteria, che in effetti è un componente standard e non porta prestazione. La Fia invece non ha voluto riconoscere le cause di forza maggiore: “C’è stata pressione da parte delle altre squadre”, pensa Sainz. Secondo radiopaddock, è mancato solo il nullaosta della Mercedes. Ma il regolamento non prevede affatto che una deroga del genere venga messa ai voti: la questione è in capo esclusivamente alla Fia.