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Quella controversia sui controlli a campione dopo le gare, la regola imperfetta che sta bene così

sabato 28 ottobre 2023 · Regolamenti
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Tiene banco la controversia dei controlli tecnici dopo il Gran Premio degli Stati Uniti, due irregolarità – la Mercedes con Hamilton e la Ferrari con Leclerc – su quattro casi, una percentuale allarmante che statisticamente suggerisce fossero facilmente fuori tolleranza anche altri: “Mi gioco tutti i soldi”, dice Hamilton. E Verstappen: “Andavano visti almeno anche i loro compagni di squadra, di solito gli assetti non sono molto diversi”.

Nel paddock filtrano indiscrezioni, riferisce Toto Wolff: “Le squadre, i piloti, si parlano. Molti erano sotto la soglia dei 9 millimetri”.

La Fia attraverso una nota ufficiale difende il protocollo, risponde che per ragioni di tempo e praticità non è possibile fare le verifiche di conformità su tutte le auto, né sotto tutti gli aspetti tecnici. Per cui si procede a campione e il tipo di accertamento è stabilito a discrezione del delegato tecnico della Fia, anche in funzione delle specifiche della pista.

E così Jo Bauer ad Austin, ben sapendo che il circuito è micidiale per via di dossi e sconnessioni, non senza malizia ha dato istruzioni perché venisse misurato proprio lo spessore della tavola di resina sotto l’auto. Come il docente bastardo che all’interrogazione va malignamente sull’argomento più duro per prendere in contropiede l’allievo.

Alla fine, al di là di quanto pontificano gli ingegneri da social network, le squadre appoggiano in tutto e per tutto la Fia. Di fatto, riconoscono che il criterio delle verifiche post gara sta bene così. Dave Robson della Williams, in conferenza stampa in Messico:

The way the regulation is policed at the moment, testing all cars at the end of every race is just not practical. I think it would take so long that I think everyone will get frustrated by that. The spot checks and the severity of the penalty is enough that I think most of the time most or all of the cars will be legal. So I think it’s fine as it is.

Piuttosto, il punto resta sportivo e organizzativo, fare in modo che la Formula 1 non diventi un gioco d’azzardo nei weekend delle gare sprint, quando il regime di parco chiuso entra in vigore già venerdì, dopodiché non si possono fare più regolazioni.

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