Quella volta che Monza cambiò il circuito a weekend in corso cancellando le soprelevate
venerdì 13 ottobre 2023 · Amarcord
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Non esiste uno sviluppo alternativo della pista di Losail che tagli fuori l’ultimo settore, per cui la soluzione di bypassare le curve 12 e 13 – quelle dove era più severo il problema dei cordoli al Gran Premio del Qatar – è rimasta una suggestione da social network e non l’ha mai presa seriamente in considerazione nessuno.
Sarebbe stato il primo caso dal 1963 in cui il disegno di un tracciato viene modificato nel corso di un weekend ufficiale: all’epoca si corre a Monza, è previsto che si impieghi il circuito nella versione completa, con la pista stradale e l’anello di velocità, incluse quindi le due soprelevate semicircolari com’è già successo in quattro edizioni precedenti. Invece dopo le prove viene stabilito di usare solo la parte stradale.
Non c’entrano i piloti, perlomeno non direttamente: le cronache dell’epoca riportano che la loro petizione dopo gli incidenti delle libere non viene mai presentata perché nel frattempo l’autodromo si è già mosso, in via cautelativa, a seguito di un sopralluogo della polizia che venerdì impone una sospensione per andare a verificare la sicurezza degli spettatori alle soprelevate, scoprendo che le barriere non sono proprio a regola d’arte.
Da quel giorno, il catino non viene più utilizzato in Formula 1 e presto l’abbandonano anche le altre categorie: l’ultima gara ufficiale sulle sopraelevate è la Mille Chilometri del ’69, dopodiché l’albo vede solo rievocazioni storiche.
C’è comunque un altro caso in cui viene valutata una modifica last minute, pure là c’entrano in qualche modo la soprelevata come a Monza e le gomme come a Losail: nel 2005 a Indianapolis i pneumatici di Michelin non reggono il carico trasversale, il braccio di ferro fra squadre e Fia si trascina fino a domenica, quando viene avanzata la proposta di piazzare una chicane in mezzo alla soprelevata. Proposta che la Ferrari – che corre con Bridgestone – giustamente respinge.