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Losail, cordoli killer: 18 giri per ogni treno di gomme nuovo. Perché la Fia decide per tutti

domenica 8 ottobre 2023 · Gran Premi
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“Imbarazzante – diceva Gunther Steiner sabato mattina – perché in Formula 1 non si dovrebbe arrivare a tanto”. Cioè, arrivare a cercare un rimedio dietro l’altro all’ultimo minuto, a weekend in corso, perché nessuno aveva previsto che certi cordoli avrebbero fatto male alle gomme.

Pirelli nella notte fra venerdì e sabato ha individuato una serie di microlesioni alle spalle dei pneumatici, uno scollamento fra la mescola e la carcassa, per effetto degli urti contro il gradino di 5 centimetri dei cordoli a piramide. Che erano stati un fattore già nel 2021, l’ultima volta che la Formula 1 era stata a Losail. E che restano un fattore due anni dopo, nonostante il dislivello sia stato in qualche modo spianato. Mario Isola, di Pirelli:

It’s not just the geometry of the kerb, because these kerbs are used in many other circuits. It’s the time and the speed they stay on the kerbs It’s like you take a hammer with a pyramid at the top and you strike against the sidewall 110 times per second.

Il primo palliativo arriva sabato, alle 13:30: la Fia avanza i limiti della pista di 80 centimetri verso l’interno alle curve 12 e 13, affinché i piloti non prendano i cordoli dove si passa sui 260 all’ora e il contraccolpo è più violento.

Di qui la necessità di concedere comunque una sessione di prove extra prima di shootout e gara sprint, dieci minuti di “familiarizzazione” – testualmente, come l’ha definita la Fia – per prendere confidenza con quello che è diventato fatalmente un nuovo raggio di curvatura.

Dopodiché, Pirelli nella notte ripete le analisi e domenica chiede comunque alla Fia di imporre in via precauzionale per la gara un limite da regolamento al numero di giri per ogni treno di gomme, a prescindere dalla mescola, a conferma che il problema è strutturale.

Quindi: 18 giri per ogni set nuovo, 2 in più per un set usato, considerando che uscita e rientro sono più clementi. Di fatto, su una gara a 57 giri vuol dire tre soste. E chi sgarra rischia la squalifica. Del resto, le squadre se non ci sono obblighi formali se ne catafottono di certe raccomandazioni. Come la Ferrari a Spa nel 2015.

Ai piloti la soluzione non è piaciuta, più che altro perché nessuno li ha consultati per trovare un’alternativa. Dice Sainz: “Non è bello che certe cose le abbiamo sapute dalla stampa”.

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