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Le qualifiche a Singapore, la pole di Sainz, tre inchieste su Verstappen e l’invasione dei varani

sabato 16 settembre 2023 · Snack news
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La classifica. È serrata la sfida in Q3, Sainz per 72 millesimi resiste in pole davanti a Russell, che a sua volta per 7 millesimi precede Leclerc. Soffre invece la Red Bull, che esce miseramente in Q2: “Non capiamo i problemi”, ammette Verstappen. Che intravede lo spettro di un weekend avverso, com’era capitato alla Mercedes nel 2015, in un anno in cui comunque stava dominando.

Ammonito… e graziato. E Verstappen era sotto inchiesta per tre episodi distinti: un’attesa prolungata in uscita dalla pit lane e due impedimenti, uno a Tsunoda e uno Sargeant. Se la cava con una reprimenda per i primi due casi, e viene giudicato incolpevole nel terzo.

L’incidente. Il primo segmento di qualifica viene interrotto per l’incidente di Stroll, nelle barriere in uscita dall’ultima curva. Il commento:

We just weren’t really improving on that last lap, with the out-lap being really bad, a lot of traffic, a lot of guys trying to make the line. I was just not really improving to get through to Q2. So I sent it in the last corner, tried to make up some time and it’s not really do-able.

Intrusi. Più volte nel corso delle prove libere di venerdì sono uscite le bandiere gialle, perché sul circuito, oltre alle auto, giravano anche… i varani. Come nel 2016, quando Verstappen ne aveva schivato uno. Stavolta non ci è riuscito Alonso, che se n’è trovato uno in traiettoria.

Upgrade/1. Nel weekend in cui diventa effettiva la nuova direttiva tecnica sul controllo delle ali, portano aggiornamenti nove squadre su dieci, cioè tutte meno l’Haas che rinvia ad Austin. La più prolifica è la McLaren: ala posteriore, fondo, pance e sospensioni, ma solo per Norris, come già in estate con la prima evoluzione.

Upgrade/2. Nuovo asfalto, ma soprattutto nuovo layout: per lavori in corso nella baia, l’ultimo settore perde 4 curve… fra cui la numero 17, dove s’era schiantato Piquet. Di qui un nuovo tratto in accelerazione verso quella che è diventata la curva 16, motivo per cui la Fia valutava una quarta zona drs, anche col favore dei piloti. Ma non c’è stata l’unanimità dei team, perché a qualcuno – “un paio di squadre”, secondo quanto svelava Hamilton – evidentemente non faceva comodo.

Boiate varie. Non sono bastate le scuse, è arrivata un’ammonizione formale della Fia per Helmut Marko che su Servus TV si è espresso con una bestialità su Perez: “È sudamericano, quindi la sua testa non è concentrata a dovere”. Non poteva passare impunito, alla luce dell’impegno crescente che guida la Formula 1 verso l’inclusione e il rispetto delle diversità: hanno preso posizione Wolff della Mercedes, Brown della McLaren, Steiner dell’Haas e Alunni Bravi dell’Alfa Romeo.

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