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Spielberg, un casino senza precedenti: cos’è successo coi limiti della pista all’ultima curva
lunedì 3 luglio 2023 · Regolamenti
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L’ordine d’arrivo definitivo esce alle 21:30, cinque ore dopo la bandiera a scacchi. In mezzo, l’esposto dell’Aston Martin che dopo la corsa ottiene il riesame dei passaggi alla curva 10, perché non tutte le infrazioni sono state riportate alla direzione gara e quindi non tutte le penalità sono state applicate.
È il tema del weekend, il rispetto dei limiti della pista: nelle qualifiche di venerdì vengono cancellati 47 tempi, Verstappen – che comunque nella trappola ci cade meno che gli altri – dice subito che “è una cosa stupida, ci fa sembrare piloti amatoriali”.
La questione si trascina a domenica, dove la direttiva prescrive che tre violazioni sono ammesse, alla quarta scatta la penalità di 5 secondi: è il caso di Hamilton, Sainz, Magnussen, Sargeant e Albon. Alla quinta, di secondi se ne prendono 10. E succede con Tsunoda.
È già un casino così, ma nel paddock prima ancora che la gara finisca si fa largo l’impressione che qualche eccesso sia sfuggito alla legge. L’Aston Martin fa due conti e vede che può guadagnarci seriamente qualcosa, per cui chiede che vengano rivisti qualcosa come milleduecento episodi in cui il sensore oltre il cordolo s’è attivato senza che sia scaturita alcuna azione da parte della Fia.
La cabina di controllo spiega che ci sta già lavorando, a prescindere dal ricorso, perché “la configurazione della pista e la propensione dei piloti” in gara hanno determinato “una situazione senza precedenti”, un numero spropositato di segnalazioni per cui “non tutte le potenziali infrazioni sono state riviste”. Di qui la decisione di adottare a posteriori un metro nuovo e cioè azzerare il conto dei cartellini alla quinta violazione e ripartire.
Finisce che le nuove penalità cumulate sono dodici: pagano Sainz, Hamilton, Gasly, Albon, Ocon, Sargeant, de Vries e Tsunoda, in misura diversa in funzione del numero di errori. Chi ci rimette di più è Ocon, che per somma di infrazioni perde 30 secondi. In tutto, l’Aston Martin recupera 3 punti rispetto alla prima versione della classifica.
Su 20 piloti, solo Russell e Alonso non sgarrano mai. Il che prova quanto fosse impegnativo stare nei limiti in base alla posizione che s’era scelta per i sensori, tant’è che alla fine i commissari la chiudono così: “Raccomandiamo fortemente di cercare un’altra soluzione per questo circuito”. Dove nel 2016 i dissuasori contribuivano a spaccare le sospensioni. La Fia già l’anno scorso aveva suggerito le vie di fuga di sabbia come alla curva 4, l’organizzazione ha sempre detto no.