Perché questo weekend non c’è la Formula 1 (e cosa ne sarà del Gran Premio di Cina)
venerdì 14 aprile 2023 · Politica
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Sarebbe stato il weekend del Gran Premio di Cina e invece per il quarto anno di fila Shanghai è off-limits per la Formula 1. È l’onda lunga della pandemia da nuovo coronavirus e della politica ultra restrittiva della Cina, che nel 2020 fu anche il primo paese a cancellare la data quando la dimensione mondiale della grande guerra al Covid era ancora impalpabile.
Con la Formula 1 c’è un contratto in essere che vale fino al 2025, in virtù di un’estensione che Shanghai ha conquistato nel 2021, anche facilmente perché la Cina resta un paese chiave nello sviluppo geopolitico della Formula 1, al punto che per anni s’è parlato di una gara bis. Nel 2019 diceva Toto Wolff:
Certainly I think it’s a big enough place. Why not go to Hong Kong race downtown or go to Beijing? I would love that.
Dello stesso avviso anche Zak Brown della McLaren, da un’intervista dell’anno scorso:
The dream scenario would be to have at least two races in China and another in Asia in the next five years.
Da parte sua la Cina nemmeno molla la presa. Più che altro per una questione d’immagine, per mantenere la bandierina sopra un calendario che nel frattempo si espande verso il Medio Oriente e verso l’America. Perché per il resto, dopo il boom degli anni dell’esordio, la risposta in termini di presenze in pista resta insufficiente.
Per dare un termine di paragone: Melbourne ha fatto 430 mila ingressi nell’arco del weekend; Shanghai nel 2019 – l’ultimo anno primo dello stop, il sedicesimo dal debutto nel mondiale – ne registrava 160 mila, praticamente il 40 per cento della capienza dell’autodromo.
Numeri che quattro anni senza motori potrebbero avere ulteriormente ridimensionato. Anche perché il giorno in cui la Formula 1 dovesse tornare in Cina, potrebbe anche essere già scaduto il tempo di Guanyu Zhou senza che lui abbia mai neanche gareggiato in casa.