Perché Red Bull vuole vendere l’Alpha Tauri (o trasferirla in Inghilterra)
martedì 28 febbraio 2023 · Mercato
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Torna attuale un vecchio problema, la sostenibilità della squadra satellite della Red Bull. Da un’intervista a Helmut Marko per Sky:
When you have one team that wins the world championship and the other is just about ninth place, these synergies just don’t seem to work properly. The overall result is not satisfactory. As proper business people, our shareholders will make the right decision.
Red Bull ha la piena proprietà della vecchia Minardi dal 2006, prima come Toro Rosso fino al 2019, poi Alpha Tauri per ragioni promozionali. E la base è sempre rimasta a Faenza, come auspicava Gian Carlo Minardi.
Adesso però le opzioni sono due, le dava Auto Motor und Sport mentre in Bahrain si girava per i test e l’Alpha Tauri sudava.
La prima: vendere, che può essere un affare soprattutto per chi compra, se non altro perché rilevando una squadra già avviata si risparmiano almeno 170 milioni di euro che il nuovo Patto della Concordia ha fissato nel 2021 come tassa d’accesso al campionato per le new entry.
È la soluzione che può rimettere in gioco Andretti – che nel frattempo ha guadagnato l’appoggio di Cadillac e General Motors – dopo il fallimento della trattativa sulla Sauber. Ma non è escluso che si faccia viva anche la famiglia di Mazepin che era interessata a Force India prima che la rilevasse Stroll, sempre che venga alleggerito l’embargo nei confronti dei capitali russi dopo l’aggressione all’Ucraina.
La seconda opzione invece è logistica: trasferirsi in Inghilterra, presumibilmente a Bicester dove già si ipotizzava di andare dieci anni fa e dove già opera la galleria del vento, nelle vecchie strutture di Reynard Racing Cars, asservite alla Jaguar prima che le rilevasse Mateschitz. Praticamente, nella motor valley intorno al circuito di Silverstone, dove nel raggio di 90 chilometri dalla pista ci sono le basi di Alpine, Aston Martin, Haas, McLaren, Mercedes, Red Bull e Williams.