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Offertona a Liberty Media: le mani dell’Arabia Saudita (anche) sulla Formula 1

lunedì 23 gennaio 2023 · Politica
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Si corre a Gedda dal 2021 e almeno fino al 2027, dopodiché il Gran Premio di Formula 1 è destinato a spostarsi a Qiddiya su una pista che l’Arabia Saudita programma di allestire appositamente per la massima serie.

Il progetto è del 2017 ed è immenso, l’autodromo si inserisce in un complesso di attrazioni su una superficie complessiva di quasi 350 chilometri quadrati, praticamente una capitale dei motori che nelle ambizioni del comitato promotore deve fissare i nuovi standard per la progettazione dei circuiti e l’intrattenimento a corredo:

The Qiddiya automotive centre is being designed to lead the world in Formula 1 circuit design and entertainment. A unique and exciting project, Qiddiya will be a location that everyone will want to visit.

È centrale la Formula 1 nei piani di investimento del paese e la conferma viene anche da una rivelazione di Bloomberg, secondo cui l’Arabia Saudita un anno fa attraverso il fondo pubblico di investimento ha considerato di comprare i diritti della categoria da Liberty Media mettendo sul piano 20 miliardi di dollari.

“Un’esagerazione”, secondo ben Sulayem. Oggi il business della Formula 1 vale 15 miliardi, Liberty invece nel 2017 lo comprò da Ecclestone per meno di 8 e poi l’ha fatto esplodere. Di qui l’appetito dei sauditi e la prospettiva di infilare la Formula 1 in un portafoglio di altri sport che il fondo pubblico di investimento ha già raggiunto.

Questo nel quadro di una filosofia ancora più ampia e trasversale: spendere i petrodollari del fondo pubblico di investimento allungando i tentacoli dovunque, in modo da diversificare l’economia per guadagnare peso internazionale e, nei timori di certi analisti, spostare la linea politica delle grandi potenze mondiali.

La casa reale ha iniziato a lavorarci dal 2015: all’epoca il fondo pubblico di investimento valeva 150 miliardi di dollari, oggi secondo le stime vale quattro volte quella cifra e cresce a ritmo esponenziale, con potenzialità di raggiungere il tetto di duemila miliardi entro il 2030. Quando Liberty potrebbe riconsiderare l’offerta.

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