Chiedi chi era Mauro Forghieri
lunedì 7 novembre 2022 · Amarcord
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Il 2 novembre è morto Mauro Forghieri, il papà delle Ferrari vincenti fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Il ricordo di Gian Paolo Dallara alla Gazzetta: “Non era solo il più bravo e il più completo, era prima di tutto una bella persona e un vero amico”.
Comincia alla fine degli anni Cinquanta la carriera di Furia a Maranello. È Ferrari, che ha lavorato col papà in Alfa Romeo negli anni Trenta, a volerlo al reparto corse mentre lui sta per imbarcarsi per la California, dove l’aspettano i motori aeronautici. Forghieri all’epoca sa pochino di Formula 1, malgrado nel percorso di laurea e dottorato in ingegneria meccanica all’Università di Bologna fosse già incluso un apprendistato alla Ferrari.
Allora gli fa da guida Carlo Chiti, fino alla svolta del 1961: è il 30 ottobre, il Drake fa piazza pulita dei “generali che non sanno fare i generali” – praticamente Tavoni e lo stesso Chiti – e promuove i caporali. Tra cui lui, che non ha nemmeno ventisette anni. Ferrari lo chiama al telefono, gli assegna la responsabilità di tutte le attività sportive e dei test, in prima persona e senza esperienza diretta: “Ero sbalordito, eccitato. Ma ho potuto mantenere una certa lucidità”.
Il compito è sovrumano, nel periodo d’oro delle squadre inglesi. Ma nel 1964 la missione riesce, il cavallino vince il titolo con Surtees. Che veniva dalla due ruote. E che Forghieri aveva fortemente raccomandato. Dopodiché la Ferrari imbocca una secca che si protende fino agli anni Settanta, prima di una nuova rivoluzione motoristica e sportiva a cui contribuisce anche l’arrivo di Lauda.
Forghieri molla nell’87, praticamente dopo trent’anni di servizio, ridimensionato dall’arrivo di Barnard e già in contrasto con la politica della Fiat: “Ci siamo lasciati con un abbraccio affettuoso, mi sono commosso. Perché nonostante tutto, Ferrari è stato e resta un padre”.
Prende la strada della Lamborghini, da poco acquistata da Chrysler, dove ritrova Audetto e si dedica ai progetti del V12 aspirato. Lascia in eredità la 408RM, la prima Ferrari a trazione integrale, il cavallino la presenta al Salone di Detroit e non la mette mai in produzione.
Quella del motore a marchio Lamborghini è una storia a parte che merita una parentesi: nel 1993 la casa di Sant’Agata Bolognese sfiora il contratto con la McLaren, ottiene due test con Senna, a Silverstone ed Estoril. Sul motore, Ayrton si sbilancia: “È veramente una buona base di partenza e non è tanto sofisticato. Sarà un elemento a nostro vantaggio per la prossima annata”. Invece alla fine lui passa alla Williams e la McLaren firma con Peugeot.