Tetto di spesa, accertata la violazione della Red Bull. Buio sulla cifra, la Fia prende tempo
venerdì 14 ottobre 2022 · Regolamenti
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È un iter burocratico che va per le lunghe per com’è concepito e apparentemente non c’è verso di snellirlo: i controlli si fanno sui bilanci ufficiali, bisogna attendere che le squadre li depositino, dopodiché la Fia riceve i fascicoli, avvia le analisi senza istruire investigazioni formali e tira le somme.
Per effetto dei tempi tecnici, il risultato è che all’indomani della seconda incoronazione di Verstappen arriva l’accertamento delle anomalie finanziarie riferite invece all’anno della prima, sulla quale già pesa lo sfondone di Abu Dhabi nell’applicazione delle regole.
Trovano quindi conferma ufficiale le indiscrezioni che erano filtrate alla fine di settembre in relazione al tetto di spesa del 2021. Nello specifico, per l’Aston Martin si tratta di una violazione procedurale, questo attiva un protocollo separato, com’è stato a maggio per la Williams che nel frattempo ha collaborato con la Fia per regolarizzare la posizione.
Sulla Red Bull invece la questione è più seria, perché alla violazione procedurale si aggiunge l’extraspesa. Che la Fia ufficialmente non quantifica, ma si limita a definire marginale. Da qui in poi bisogna andare per ipotesi: ai sensi del regolamento è giudicato marginale uno sforamento entro il 5% del limite di spesa, percentuale che sui 145 milioni di dollari ammessi vuol dire, al più, 7.25 milioni.
È un tesoretto che in funzione di dov’è stato speso – aerodinamica, motore, simulazioni – può amplificare la gravità dell’infrazione. E quindi l’entità della sanzione, sulla quale la Fia ancora non si pronuncia. Secondo Martin Brundle “con 7 milioni fai una versione B dell’auto”. Secondo Toto Wolff, già solo 500 mila dollari fanno la differenza perché nell’arco di un campionato “una squadra spende qualcosa come tre milioni e mezzo in componenti”.
La Red Bull prende atto, si dice “sorpresa e delusa”, attraverso una nota ufficiale ribadisce che i conti sono in regola. Pare che il nodo riguardi l’interpretazione del capitolo in cui vanno inserite alcune voci di spesa, che secondo Milton Keynes sono escluse dal budget cap e secondo Parigi invece rientrano.
Un malinteso normativo in cui comunque non è caduto nessun altro. Tant’è che Zak Brown della McLaren su Racer commentava: “La Fia, una volta tanto, era stata straordinariamente chiara nelle indicazioni”.