Fermate quest’uomo (e quelli come lui)
venerdì 1 luglio 2022 · Media
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Il materiale risale all’anno scorso, c’è da studiare perché sia venuto fuori soltanto adesso, o perlomeno perché non abbia fatto rumore già all’epoca. Ad ogni modo, la tempistica è solo una parte del problema, peraltro nemmeno la più rilevante. Che invece è il contenuto: frasi irripetibili, offensive, omofobe e razziste da parte di Nelson Piquet senior all’indirizzo di Lewis Hamilton, “el neguinho”, cioè il negretto, o il piccolo nero.
“Colpa di una traduzione sbagliata”, si difende Piquet. Secondo lui quel termine viene usato nel portoghese colloquiale che si parla in Brasile, senza alcuna accezione razzista. Può darsi, Berlusconi ne ha sempre fatto un paracadute classico e personalissimo: “Sono stato frainteso”.
Ad ogni modo, sul resto non c’è equivoco, la rete va a ripescare una seconda conversazione in cui lo zingaro guascone – come l’hanno sempre chiamato nel paddock – ci va durissimo, spara anche su Rosberg, padre e figlio. Sarà l’invidia, evidentemente, per il fatto che Nico e Nelsinho hanno cominciato insieme in Formula 1 con un test sulla Williams, poi uno ha vinto un mondiale e l’altro s’è sporcato col crashgate.
Sono almeno due le interviste individuate, ma potrebbero essercene delle altre. Del resto, Piquet non è nemmeno nuovo a certe uscite insolenti. Su Enzo Ferrari: “È vecchio, non è più in grado di gestire l’azienda”. Su Prost: “Ha fatto mille fesserie”. Su Mansell: “Ha una moglie brutta”. Su Senna: “Spieghi ai giornalisti perché non va con le donne”.
La Formula 1 adesso gli ha revocato l’accesso al paddock, il Brdc ha sospeso la tessera onoraria. Tutto l’automobilismo sportivo chiaramente è con Hamilton. Che osserva: “Certa gente non dovrebbe avere parola”. E si riferisce magari a Stewart che gli ha suggerito il ritiro, ma pure a Ecclestone che apertamente difende Putin: “Mi prenderei un proiettile per lui”.
Qui il punto è soprattutto deontologico: la rete ha istituzionalizzato la polemica, la ricerca dello scontro, la costruzione scientifica dei contenuti da clickbaiting. Per cui c’è sempre il furbo di turno che va a cercare certi personaggi sapendo di cavarne quella dichiarazione politicamente scorretta che fa scalpore. E di riflesso, c’è sempre il furbo di turno che su quella dichiarazione politicamente scorretta ci costruisce un post che diventa virale. Perché Piquet è un imbecille, ma non è l’unico.