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Porpoising, scende in campo la Fia. E non è detto che sia un aiuto alla Mercedes, ecco perché

giovedì 16 giugno 2022 · Tecnica
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A sentire la tribù di SkySport nel weekend di Baku, passava il messaggio che il porpoising fosse un problema esclusivo della Mercedes, che Hamilton facesse apposta la femminuccia – “37 anni si sentono”, opinione di Vanzini in telecronaca – e che il gruppo di Stoccarda facesse lobbying sulla Federazione a mezzo stampa per ottenere una manina e venire a capo delle magagne della W13.

Di qui il commento di Mara Sangiorgio a proposito delle dichiarazioni di Russell: “Bisognerebbe chiedergli se ha parlato da presidente del sindacato, oppure da pilota della Mercedes”. E Valsecchi: “Tira un po’ l’acqua al suo mulino”.

Sempre secondo Sky, a Baku circolava una risposta lunga e circostanziata della Formula 1, da intendersi come Liberty, in replica alle rimostranze dei piloti. In sintesi: è necessario un periodo di assestamento dopo ogni cambio di regole, il porpoising dipende dai circuiti e comunque non si stanno lamentando tutti.

Ammesso che questa lettera della Gpda esista, la Fia a differenza di Liberty non gira la faccia. E muove il primo passo a Montreal, evidentemente perché il problema esiste e non è un caso isolato. Dalla nota ufficiale:

The FIA has decided to intervene following consultation with its doctors in the interests of safety of the drivers. Excessive fatigue or pain could have significant consequences should it result in a loss of concentration. In addition, the FIA has concerns in relation to the immediate physical impact on the health of the drivers, a number of whom have reported back pain.

Più di tutti, Hamilton a Baku. Perciò dice Gasly: “Alla Fia hanno recepito il messaggio”. Un’azione rapida l’aveva invocata anche Sainz.

La linea d’intervento adesso prevede due fasi: da subito, il monitoraggio dei fondi piatti; a seguire, e di concerto con le squadre, la quantificazione dei limiti di oscillazione ammissibili. Verstappen già reagisce, fa sapere che non sarebbe corretto cambiare le regole a campionato in corso per aiutare qualcuno. Anche Steiner dell’Haas: “Rischiamo una rivoluzione dei valori in campo”.

Non è detto. Perché il principio della Fia è un altro: “Nell’interesse della sicurezza, richiedere che le squadre facciano le necessarie modifiche per ridurre o eliminare il fenomeno”. In pratica: una volta fissata la soglia ammissibile, chi sfora è obbligato a mettersi in regola. E la via è una sola: modificare la rigidezza delle sospensioni per aumentare l’altezza da terra, la soluzione già c’è, non viene applicata perché penalizza la prestazione.

È in quest’ottica che il provvedimento della Fia non è affatto un favore alla Mercedes. È esattamente l’opposto.

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