Rattoppi, poco grip e tanti sobbalzi: crolla subito il falso mito dell’asfalto perfetto di Miami

sabato 7 maggio 2022 · Media
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Sulla gara di Miami c’è un’attività promozionale di varia matrice, per certi versi molesta. Per esempio c’è Motorsport Network che avendo la sede al 5972 di 4th Avenue ha sfruttato da subito ogni canale possibile per costruire il consenso in città e tirare la volata al comitato promotore.

Era il 2018. E non è cambiato nulla perché mercoledì, alla vigilia del weekend che rappresenta oggettivamente l’evento dell’anno per la Formula 1, sempre Motorsport Network – e tutte le testate appresso, agganciate sia ufficialmente che parassitariamente – si sono spese un pezzo lunghissimo e dettagliato sulle caratteristiche tecniche dell’asfalto del nuovo circuito. In sintesi:

The Miami GP track features a local limerock and Georgia State granite mix that asphalt specialists believe will provide an innovative surface that will satisfy the expectations of the FIA and Formula 1 in terms of grip and wear and for its inaugural race.

Il messaggio è che c’è “tanta ingegneria e tanto studio”, testualmente, dietro un asfalto che teoricamente, per la composizione e per le caratteristiche della pietra impiegata, è tecnicamente inadeguato per una pista di Formula 1, almeno per due motivi: si sgretola e si leviga.

Le magagne iniziano a venire fuori giovedì, in modo clamoroso quando hanno girato solo i veicoli di servizio, che non hanno una trazione mostruosa quanto una Formula 1: l’asfalto si è già sbriciolato, bisogna intervenire coi rattoppi, soprattutto nelle curve 7 e 17.

Cominciano le prove e crolla anche la fiducia sul secondo requisito: “Appena esci di traiettoria non hai grip”, dice Perez, tanto per citarne uno. E questo spiega diversi incidenti nelle libere. Ma l’aspetto più grave è un altro e lo espone Hamilton:

You think that people in this day and age should be able to make a flat road relatively easy. You have big, big, big bumps in so many places, instead.

Qui il porpoising che affligge la Mercedes non c’entra: la superficie della pista sembra quella di Interlagos, dove il fondo argilloso crea le ondulazioni in maniera naturale. Norris chiosa: “Qua ci aspettavamo che fosse liscio e bellissimo”.

Anche perché gli organizzatori su questo punto erano stati espliciti: “Siamo estremamente orgogliosi di quanto abbiamo ottenuto sulla regolarità della pista”. Uno sfondone atomico, invece. La giusta vergogna anche per chi presta spazi editoriali al marketing.

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