In principio fu la Lotus: ecco dov’è nata la tradizione di cambiare colore per lo sponsor

giovedì 7 aprile 2022 · Amarcord
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A Melbourne torna in blu l’Alpine dopo essersi piegata allo sponsor per due Gran Premi. Viene accantonata – definitivamente, si spera – la livrea rosa che già fu di Force India e Racing Point per volontà dello stesso marchio, Bwt che è leader nei sistemi di trattamento dell’acqua.

Ad ogni modo, ha visto casi anche più estremi e bizzarri la Formula 1 in oltre settant’anni di storia. Per dire: nel 1999, la Bar a due facce; nel 1991, la Jordan di Schumacher nei colori delle lattine di 7up; nel 1993, le pinup di Gitanes sulla Ligier; nel 1986, la McLaren gialla a Estoril; nel 1976, la Surtees coi profilattici Durex, l’Hesketh con Penthouse.

Nasce a Jarama il 12 maggio del 1968 questa moda di cambiare i colori in onore di chi paga per mantenere la squadra: la livrea verde e monocromatica della Lotus è soppiantata da quella rossa, bianco panna e oro di Gold Leaf come già in Tasman Series.

Scatta una rivoluzione che contagia tutti, trasforma le auto in manifesti in movimento. Ma già all’epoca è perplesso Rob Walker, da team manager e da erede del whisky dell’omino che cammina:

Schiero le auto per gente come Trintignant, Bonnier, Moss e Siffert. Per divertirmi e rimetterci dei soldi. Se faccio pubblicità ai miei prodotti rischio perfino di guadagnarci e questo non mi piace. È finita un’epoca. I soldi vinceranno sulla passione.

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