La relazione della Fia a Sakhir chiude definitivamente il 2021: “Commessi errori” ad Abu Dhabi
martedì 22 marzo 2022 · Politica
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Per quanto la Red Bull cercasse strategicamente di minimizzare, c’era attesa nel weekend del Bahrain per la pubblicazione degli esiti dell’inchiesta interna della Fia sui fatti del Gran Premio di Abu Dhabi, dove l’interpretazione libertina e opportunistica del regolamento sulla safety car da parte di Michael Masi ha determinato indirettamente – ma nemmeno tanto indirettamente – la vittoria di Verstappen su Hamilton, nella gara e nel mondiale.
L’aveva voluta Todt, quest’indagine indifferibile per ricostruire la faccia della Federazione Internazionale più che dello sport. Poi nel frattempo la poltrona di Place de la Concorde è passata a ben Sulayem che giustamente ne ha fatto pure lui una questione di priorità assoluta.
Peter Bayer, il segretario generale della Fia, porta davanti al Consiglio Mondiale una disamina che da un lato esclude la malafede e dall’altro mette nero su bianco il punto principale su cui la fetta del pubblico oggettivo e imparziale già concordava, e cioè che ad Abu Dhabi “sono stati commessi degli errori”, quelli che a febbraio hanno determinato la rimozione di Masi dal ruolo che aveva assunto nel 2019 alla scomparsa di Charlie Whiting. Ad ogni modo, a Masi viene riconosciuta l’attenuante delle circostanze difficili. Testualmente:
The race director was acting in good faith and to the best of his knowledge given the difficult circumstances, particularly acknowledging the significant time constraints for decisions to be made and the immense pressure being applied by the teams.
Di qui uno dei provvedimenti più importanti per la nuova stagione, il taglio del filo diretto di cui hanno abusato i team boss per discutere con la cabina di controllo della gara. Sentito da Tom Clarkson, ben Sulayem spiegava:
The race control was bombarded with unnecessary messages. It put pressure on the race director and caused stress. That’s over now.
Già, ma resta il fatto che Masi ha diversi precedenti di scelte discutibili in funzione delle esigenze televisive. Tipo certe safety car non indispensabili e certe accelerazioni pericolose nelle procedure di ripartenza. In effetti la Fia prima o poi doveva riprendersi la Formula 1, se non altro per sancire che la serietà istituzionale viene prima dello spettacolo.
Poi il titolo a Hamilton non lo restituisce nessuno, per cui come già scrisse Carlo Marincovich su Repubblica nel 2007, pure sul 2021 “bisognerà mettere un asterisco con rinvio a fondo pagina, annata antipatica”.