Giovinazzi è fuori dall’Alfa (e dalla Formula 1): il lungo tormento e l’ipotesi del complotto
mercoledì 17 novembre 2021 · Mercato
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Sangue e soldi cinesi: è Zhou – ex Ferrari Drivers Academy, poi collaudatore dell’Alpine – la scelta dell’Alfa per il 2022 in coppia con Bottas. Trova conferma ufficiale una voce che dall’estate ha preso sempre più consistenza, il divorzio da Giovinazzi, l’epilogo scontato di un anno tormentato. Lui, via Twitter:
La Formula 1 è talento, macchina, rischio, velocità. Ma sa anche essere spietata, quando a dettarne le regole è il denaro. Io credo nelle piccole e grandi vittorie raggiunte grazie ai propri mezzi.
È rilievo oggettivo l’aria ostile e malsana del box, lo prova il tono scortese e perentorio nell’ordine di restituire la posizione ad Alonso dopo il ruota a ruota di Austin. Comunque niente, rispetto alla striscia di autogol tecnici e tattici, a senso unico, del muretto.
Italiaracing ricostruisce gli episodi centrali: a Sakhir la squadra confonde le gomme, a Barcellona ne monta una con la pressione sballata, a Budapest lo chiama per le slick mentre tutti vanno di intermedia, a Istanbul gli chiede di dare strada a Raikkonen malgrado lui potesse alzare il ritmo. Infine, in Messico il cambio gomme anticipato è un autogol. Là Giovinazzi non si tiene più.
Porta tutto verso l’ombra del complotto. Ammesso che abbia veramente un senso, ostacolare deliberatamente un pilota, per un anno intero oltretutto, quando al team servono comunque pure i suoi punti per una classifica che significa bei soldi. Anche perché, se un pretesto ci voleva per scaricare bell’Antonio, al consiglio di amministrazione basta sapere che Zhou è ricco e l’altro no.
Vasseur nega ogni addebito. Nel frattempo per Bon Giovi s’è messo in moto un tam tam di solidarietà: Chiellini, Jorginho, Buffon, Marchisio, Tortu. S’è fatto sentire il presidente dell’Aci. E c’è un tweet di Lapo Elkann dopo la corsa del Messico:
Ho grande rispetto per il team principal di Alfa Romeo, ma vedere un team che danneggia il proprio pilota è triste e fa arrabbiare.
Questo va inteso oltre la fede sportiva, nel contesto della famiglia allargata che gestisce anche il marchio dell’Alfa. Muta, invece, e perlomeno ufficialmente, la Ferrari che ha sempre in mano il cartellino di Antonio e non esige rispetto, evidentemente. Né chiarezza, perlomeno.
È al crocevia adesso la carriera di Giovinazzi, che nel frattempo trova un facile approdo in Formula E con Dragon Penske. Il resto, è una sensazione spiacevole di risposte mancate a quelle perplessità che l’hanno sempre accompagnato, dall’epoca del trasferimento in Formula 1 malgrado l’euforia delle cavalcate in GP2. Al punto che la Ferrari provò a imporlo all’Haas per il 2018 e si vide rispondere picche. Tant’è che pure il contratto da titolare all’Alfa lo firmò prima Leclerc, con meno anni di esperienza.