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La vecchia partita sul Gran Premio d’Australia: perché lasciare Melbourne per Sydney. E perché no
giovedì 28 ottobre 2021 · Politica
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C’è un’antica rivalità fra le due città australiane maggiori per popolazione ed estensione urbana. Mark McCrindle, ricercatore, sociologo e demografo di statura internazionale, la mette in questi termini:
Few nations have two cities which dominate the national demographic and economic landscape as Australia has in Sydney and Melbourne. One in five Australians live in Sydney and another one in five call Melbourne home.
È una partita che periodicamente tocca anche la Formula 1, sono almeno quindici anni che Sydney cerca di soffiare il Gran Premio d’Australia ai fratelli di Melbourne. Mai come stavolta, scrive la stampa locale, la trattativa è in stato avanzato. Melbourne ovviamente smentisce, forte di un sodalizio con la Formula 1 che dura dal 1996.
Città più vivibile al mondo nella classifica dell’Economist per sette anni di fila, Melbourne è quella con il maggiore potenziale di crescita economica e demografica in tutta l’Australia, climaticamente ha il doppio dei giorni di sole rispetto a Sydney e s’è costruita una tradizione sportiva di lunga data: rugby, nuoto, tennis, automobilismo, calcio, golf e cricket. Non a caso, dal 2016 è universalmente riconosciuta quale capitale sportiva… del mondo.
Il contratto per il Gran Premio d’Australia scade nel 2025, l’affluenza non è quella degli anni d’oro: in un paese che un po’ alla volta s’è disaffezionato, Sydney può offrire l’elemento di novità per rilanciare lo sport.
I punti a favore: più calda, mediamente più ricca, anche più variegata culturalmente, ogni anno accoglie 13 milioni di visitatori internazionali contro i 7 di Melbourne.
Ad oggi comunque l’unica connessione con la Formula 1 è del 2005, un’esibizione di Mark Webber con la Williams sull’Harbour Bridge. È allora che l’amministrazione avvia uno studio di fattibilità per un circuito stradale, ci lavora il comitato che ha organizzato le Olimpiadi.
L’ago della bilancia adesso è soprattutto politico e finanziario. Liberty, come avrebbe fatto Ecclestone, può giocare al rialzo e assegnare la gara al migliore offerente.