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Guardatelo… e dimenticatelo: arriva il Gran Premio del Qatar a Losail, in attesa di un circuito in città
giovedì 30 settembre 2021 · Politica
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Non è una sorpresa, la trattativa fra la Formula 1 e il Qatar per recuperare i pezzi che il calendario ha perso nella pandemia da coronavirus è un affare noto dall’estate. La bomba piuttosto è la notizia nella notizia, il fatto che il Qatar ha firmato per una gara in pianta stabile per dieci anni.
Il battesimo il 21 novembre a Losail, forse in notturna, dov’è di casa il motomondiale. Uno sforzo logistico immane, una sequenza micidiale di tre weekend consecutivi con Messico e Brasile. Micidiale e irrazionale, perché la logica direbbe che questa tappa in Qatar per ragioni di vicinanza territoriale andrebbe agganciata ad Arabia Saudita e Abu Dhabi che chiudono il calendario. Ma tant’è.
Ad ogni modo, Losail è una toccata e fuga perché il Qatar promette un circuito tutto nuovo: “I dettagli a tempo debito”, dice una nota. Comunque dopo la pausa del 2022 per la concomitanza con i mondiali di calcio.
Potere del petrodollaro, ancora. Come per l’Arabia Saudita che debutta a dicembre con Gedda. Tante analogie, la prima sta in questo paradosso di firmare un accordo pluriennale per correre su una pista che ancora non esiste nemmeno in bozza. Ma i soldi comprano la fiducia, evidentemente.
Soprattutto, i soldi fanno sportwashing, in Qatar come in Arabia, Bahrain, Emirati Arabi e Azerbaigian per oscurare il dramma dei diritti umani. Nello specifico, il Guardian a febbraio riferiva che da quando in Qatar è partita la macchina organizzativa dei mondiali di calcio, in dieci anni sono morti almeno 6500 lavoratori immigrati.
Amnesty International lo chiama “il lato brutto del gioco bello”. Sul debutto della Formula 1 auspica: “Piloti e squadre rompano questo incantesimo del lavaggio sportivo”.