E tu, come vuoi essere ricordato?
giovedì 27 maggio 2021 · Amarcord
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Lunedì all’età di 81 anni se n’è andato Max Mosley, “una vita sotto i riflettori tra scandali, nazisti, jet set e Formula 1”, titola Repubblica in un articolo riservato agli abbonati, a firma di Enrico Franceschini, che strilla un ritratto riduttivo, irriverente quanto fuorviante di un personaggio che alla presidenza della Fia ha riprogettato la sicurezza in pista e la sicurezza stradale. E che evidentemente neanche nei necrologi si scolla da dosso certi appellativi.
Folle, nelle proposte e nelle provocazioni: quiz a risposta multipla per la superlicenza, rotazione dei piloti in campionato, superqualifiche, roba del genere. Nazista, perché il papà era il leader dei fascisti britannici, ma specialmente per i contorni dell’orgia sadomaso a Chelsea nel 2008, con cinque prostitute in divisa a strisce, lui ordina, esegue, si fa sculacciare.
Gli vale una nuova etichetta ingrata, ma da quella circostanza viene fuori un altro dei suoi lati migliori. O peggiori: la resistenza. Querela i telegiornali – inclusi quelli italiani, poi prosciolti – per aver diffuso le immagini raccolte da News of the World, si batte contro Google per il diritto all’oblio. Soprattutto, vince gli ostruzionismi e grazie all’appoggio delle federazioni minori ottiene il voto di fiducia a scrutinio segreto che gli lascia la poltrona della Fia. Dice:
Mi sarei dimesso se avessi guidato ubriaco a folle velocità. Non ho fatto niente di male, sono questioni private, immagini raccolte in modo illecito.
Influente, controverso, poliedrico. Da giovane fa il pilota, poi fonda la March, l’abbandona e si dedica alle consulenze legali per l’associazione dei costruttori: all’epoca viene prescelto perché Ecclestone – che adesso piange “un fratello”, prima che un amico e un alleato – in lui intravede “la diplomazia e le abilità politiche che poi ne hanno fatto l’uomo giusto anche per la presidenza della Fia”.
Dalla quale si defila solo nel 2009, dopo quattro mandati e 16 anni: alza bandiera bianca al Consiglio Mondiale all’epilogo della guerra contro la Fota sul tema dei regolamenti. Gli chiedono come vuole che la storia lo ricordi:
If I’m still alive when I’m 80, I’d like to be able to sit down and think I really made a difference, and there are a lot of people walking around hale and hearty who would not have been if I hadn’t made the effort. If I can say that to myself, I’d be very pleased.