PHOTO CREDIT · Sutton Images
Quella pista estrema e impervia sulle colline: la fine di Montjuic dopo l’incidente di Stommelen nel 1975
martedì 27 aprile 2021 · Amarcord
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La scultura davanti al Museo Olimpico e dello Sport riporta fedelmente l’ultimo layout, con tanto di riproduzione altimetrica: impervia, anacronistica, la pista di Montjuic sul promontorio omonimo con il borgo medievale e la discesa vertiginosa verso Plaza de Espana resta una delle più estreme nella lista di quelle che la Formula ha abbandonato.
Negli anni Settanta si palleggia il Gran Premio nazionale in staffetta ad anni alterni con Jarama, nel 1969 offre il doppio incidente delle Lotus di Hill e Rindt per via del cedimento delle ali alte che poi la Fisa mette fuori legge.
Ma è l’incidente di Rolf Stommelen il 27 aprile del 1975 che ne segna definitivamente il destino. L’auto perde l’ala, sbatte e s’incendia, Stommelen si frattura le gambe e qualche costola, ma è salvo. Invece l’ala che è volata in mezzo al pubblico fa quattro vittime.
La corsa è sospesa dieci minuti dopo, per ordine del governatore. I piloti fino all’ultimo s’erano battuti per cancellarla, Tyrrell in persona era andato a controllare i guardrail, Stewart racconta che i bulloni si svitavano a mani nude:
The track had been approved by the organisers and was ready for practice and qualifying. Yet I personally was able to move barriers and take out the bolts holding them together with my bare hands. Some had no nuts on them. Some were so loose the nuts fell out.
Fittipaldi è l’unico che porta la protesta fino in fondo, sabato fa i tre giri a cui è obbligato dal contratto con la McLaren, va sufficientemente piano da non qualificarsi: “Non voglio correre porché non ritengo che la pista sia sicura per un Gran Premio”.
È l’unica vittoria di Mass, la beffa è che gli frutta solo mezzo punteggio perché non viene completata la distanza regolamentare. Più dietro, con il sesto posto sulla March, Lella Lombardi è la prima donna, e resta l’unica, che riscuote punti in Formula 1.
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